La crisi idrica spinge il più grande produttore al mondo di ‘oro bianco’ a cercare nuove tecniche di produzione di litio.
(Rinnovabili.it) – Dopo che il tribunale per l’Ambiente della città di Antofagasta ha accolto la denuncia presentata dalle comunità indigene del deserto di Atacama contro la SQM (la Società Chimica e Mineraria del Cile, secondo produttore al mondo di litio), l’azienda chimica Albemarle si è messa in allarme sulla produzione di litio e pare stia cercando di correre ai ripari rispetto alla crisi di approvvigionamento idrico che sta colpendo l’area.
Secondo le fonti di Reuters, la società statunitense (prima produttrice al mondo del cosiddetto ‘oro bianco’) avrebbe presentato una proposta per istallare una rete di monitoraggio dei flussi idrici sotterranei nel deserto cileno. La richiesta dipenderebbe dalla volontà dell’azienda di dimostrare che la sua produzione di litio è del tutto sostenibile. Questa necessità nasce da una previsione che vedrebbe il mercato del litio salire alle stelle nel prossimo futuro, grazie ad un’impennata della domanda di veicoli elettrici.
>>Leggi anche La super-carica di domani: ecco la batteria litio zolfo più efficiente al mondo<<
Le case automobilistiche, infatti, pare stiano puntando la loro attenzione sull’Atacama, la più grande fonte di approvvigionamento e produzione di litio in Sud America. A causa della decisione del tribunale cileno, però, SQM ha subito un blocco delle sue attività e anche la produzione di rame sta facendo duramente in conti con la scarsità di acqua. Per tale ragione, Ellen Lenny-Pessagno, manager di Albemarle per il Cile, ha ritenuto necessario che la società disponesse di dati chiari, al fine di poter valutare in che modo adattare i suoi processi di produzione di litio. A Reuters, Lenny-Pessagno ha confermato che un team della Volkswagen (che prevede di produrre 1,5 milioni di auto elettriche entro il 2025) ha visitato l’Atacama a gennaio per valutare l’impatto sociale e ambientale delle operazioni minerarie.
La battaglia per l’acqua nelle saline del Cile, infatti, si è drasticamente intensificata negli ultimi anni. I residenti e i gruppi ambientalisti temono che l’estrazione e la produzione di litio e rame stiano danneggiando l’ecosistema regionale, che ospita un’antica cultura indigena e lagune abitate dai rari fenicotteri rosa cileni. Per Albemarle, risolvere il problema dell’acqua è una “decisione commerciale”, ha dichiarato Lenny-Pessagno, aggiungendo che l’azienda era aperta a collaborare anche con la rivale SQM.
La manager ha inoltre affermato che l’obiettivo a breve termine di Albemarle sarebbe lo sviluppo di tecnologie per estrarre più litio, ma senza aumentare il tasso di pompaggio di acqua. Nello specifico, la società ha annunciato un progetto per aumentare la sua produzione di litio ad Atacama del 30% senza estrarre salamoia.
>>leggi anche Litio da fonte geotermica, la nuova sfida tecnologica di Enel<<