Quanti pesticidi beviamo nell’acqua potabile?
È possibile rimuovere i pesticidi organici dall’acqua potabile? Una risposta affermativa sarebbe oltremodo confortante, dal momento che significherebbe ridurre il rischio di contaminazione e i relativi problemi potenziali per la nostra salute.
La depurazione dell’acqua potabile
Nel trattamento convenzionale per depurare l’acqua potabile si usa il carbone attivo in polvere (PAC) per rimuovere i pesticidi o altri contaminanti organici. Tuttavia, è un processo costoso, che richiedi tempi lunghi e soprattutto non è efficace al 100%.
Secondo gli esperti di scienze dell’acqua della Xi’an University of Architecture and Technology e della University of South Australia esiste un metodo più efficace, come hanno spiegato nella ricerca The effectiveness and feasibility of ball-milled powdered activated carbon (BPAC) for removal of organic pesticides in conventional drinking water treatment process pubblicata in “Chemosphere”.
I ricercatori australiani e cinesi hanno scoperto che riducendo le particelle di PAC dalle attuali dimensioni di 38 µm (un µm [micrometro] corrisponde a un milionesimo di metro) a 6 µm si riduceva fino a -75% la polvere di carbone per ridurre sei comuni pesticidi.
A 6 µm le particelle di PAC sono ancora abbastanza grandi per essere filtrate ed evitare che finiscano nell’acqua potabile una volta rimossi i pesticidi tossici.
Perché è importante questa scoperta?
Il previsto aumento della popolazione nei prossimi decenni farà sicuramente accrescere lo sviluppo industriale e renderà necessario incrementare la produzione alimentare mondiale: entrambi gli scenari porteranno a potenziare l’uso di sostanze chimiche.
Negli ultimi 20 anni l’uso di pesticidi a livello globale è cresciuto del 62% e il timore che possano inquinare i corsi d’acqua non è così remoto; di conseguenza, nei prossimi decenni tale rischio tenderà ad aumentare. Pertanto, è indispensabile sviluppare processi di trattamento in grado di garantirne la sicurezza.
Numerosi studi tossicologici concordano nel ritenere che l’esposizione nel lungo periodo a bassi livelli di pesticidi, principalmente attraverso la dieta o l’acqua potabile, potrebbe aumentare il rischio di tumori e di altre malattie.
L’uso di pesticidi in agricoltura
I pesticidi sono ampiamente usati in agricoltura per aumentare la produttività del terreno, e il loro impiego globale continua a crescere costantemente.
Quello che fa riflettere è che solo lo 0,1% dei pesticidi per il controllo dei parassiti in realtà centra il bersaglio; tutto il resto si disperde sulla superficie delle piante, sul terreno e nell’atmosfera e può contaminare le acque.
Per proteggere la salute pubblica, i governi hanno fissato dei limiti ai residui di pesticidi nell’acqua potabile affinché questa si possa considerare sicura.
Esistono, quindi, sistemi consolidati di depurazione dell’acqua potabile ma la soluzione prospettata in questa ricerca sembra garantire risultati più efficaci.