La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha lanciato l’idea di una nuova coalizione internazionale a tutela degli oceani. Dovrebbe dare “gambe” al Global Ocean Treaty che sarà siglato in sede Onu a metà marzo
L’One Ocean Summit si è tenuto a Brest, in Francia, tra il 9 e l’11 febbraio
(Rinnovabili.it) – Una nuova coalizione internazionale per tutelare la biodiversità degli oceani. Simulazioni digitali per dare più supporto alla ricerca di questi ecosistemi, ancora in larga parte non studiati. Obiettivo a cui contribuisce anche una “missione” di ricerca specifica, dedicata al ripristino e alla conservazione di mari e acque dolci entro il 2030. Sono le proposte presentate dall’UE all’One Ocean Summit, l’incontro internazionale sostenuto dall’Onu e in particolare dall’Unesco, che si è svolto dal 9 all’11 febbraio a Brest, in Francia.
L’One Ocean Summit dà il via al secondo anno dell’Ocean Decade, il piano decennale istituito nel 2017 per mano della Commissione Oceanografica Intergovernativa dell’Unesco. Un’iniziativa per mobilitare la comunità scientifica, i governi, il settore privato e la società civile intorno a un programma comune di ricerca e di innovazione.
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Bruxelles ha scelto il palcoscenico dell’One Ocean Summit per lanciare l’idea di una nuova coalizione globale per la tutela degli oceani. Un’iniziativa che si concentrerebbe sulla protezione della diversità biologica nelle zone che non ricadono in alcuna giurisdizione nazionale e che dovrebbe dare le “gambe” al Global Ocean Treaty che vedrà finalmente la luce tra il 7 e il 18 marzo dopo anni di negoziati. Il trattato stabilirà le coordinate per l’azione globale di tutela degli oceani su molti fronti, dalla pesca eccessiva all’inquinamento da plastica ai santuari marini.
In questo solco si inseriscono gli altri due annunci della presidente della Commissione Ursula von der Leyen da Brest. La missione “Far rivivere i nostri oceani e le nostre acque entro il 2030” sosterrà i grandi progetti innovativi (i cosiddetti progetti “faro”) che sviluppano e sperimentano soluzioni per raggiungere gli obiettivi di conservazione europei. Vale a dire, proteggere il 30% dello spazio marittimo UE, il ripristino degli ecosistemi marini e fluviali, la riduzione del 50% dei rifiuti di plastica in mare, delle perdite di nutrienti e dell’uso di pesticidi chimici.
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L’altra proposta, battezzata European Digital Twin Ocean, consiste in una piattaforma digitale da sviluppare con le risorse della missione UE che metta le migliori tecnologie informatiche a disposizione della protezione degli oceani. La piattaforma permetterà di esaminare diversi scenari, renderà disponibili tutti i dati in open access, e promuoverà l’integrazione dei modelli previsionali esistenti.