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MedFever misura la febbre del mar Tirreno

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Foto di Pexels da Pixabay

I subacquei del progetto MedFever si immergono nel Tirreno per misurare la febbre del mare. Operazione alquanto laboriosa, dato che hanno dovuto posizionare una rete di 67 sensori termometro dai 5 ai 60 metri di profondità.

Il cambiamento climatico influenza la temperatura del mare

In questo modo sarà possibile non solo controllare la temperatura del mare ma anche monitorare l’impatto del cambiamento climatico sull’ecosistema marino e sui processi di dinamica costiera.

Del progetto MedFever fanno parte l’ENEA come partner scientifico, l’associazione MedSharks come coordinatore, l’azienda LUSH e un gruppo di subacquei volontari.

In occasione della Giornata nazionale del mare e della cultura marinara vengono resi disponibili i risultati a un anno dalla posa dei primi termometri.

I dati delle temperature sono pubblicati sulla piattaforma open source SeaNoe e sono a disposizione della comunità scientifica per studi di biologia, oceanografia, chimica, climatologia.

I partner del progetto

MedSharks è un’associazione dedicata allo studio e alla conservazione dell’ambiente mediterraneo, con particolare attenzione agli squali. Una parte importante delle sue attività è dedicata alla divulgazione per accrescere la sensibilità sull’ambiente marino.

MedSharks non è nuova a esperienze di monitoraggio marino, infatti da sette anni misura la temperatura in un’oasi sottomarina nel golfo di Napoli e mette i dati a disposizione degli studiosi.

LUSH, azienda britannica fondata nel 1995, è specializzata in cosmetici fatti con ingredienti freschi provenienti dal commercio equo e solidale. I prodotti sono realizzati nel rispetto dell’ambiente, spesso privi di confezione o con imballaggio totalmente riciclato e cruelty free.

Anche quest’anno LUSH ha rinnovato il sostegno al progetto

La sofferenza degli ecosistemi marini

Gli ecosistemi sommersi, come gorgonie, alghe coralline e madrepore arancioni, sono in grande sofferenza a causa del surriscaldamento del mare.

Grazie ai dati raccolti dai subacquei di MedFever sarà possibile comprendere meglio gli effetti dell’innalzamento della temperatura del mare sugli ecosistemi costieri, dato che il trend climatico sembra andare verso il riscaldamento.

I sensori, grandi come una scatola di fiammiferi, sono stati posizionati dai subacquei nei punti strategici di diverse località: Isola del Giglio (Toscana), il Golfo di Napoli, Capri e Palinuro (Campania), lo Stretto di Messina, Palermo e San Vito lo Capo (Calabria e Sicilia), il Golfo di Cagliari, Capo Figari, Santa Teresa di Gallura e Isola Mortoriotto (Sardegna), Nettuno e Ponza (Lazio).

I tecnici dell’ENEA li hanno calibrati per raggiungere la precisione di 0,1° e misurare la temperatura del mare ogni 15 minuti.

MedFever, un importante passo avanti nel monitoraggio del mare

«Prima di MedFever esistevano solo due stazioni di monitoraggio delle temperature» sottolinea Eleonora de Sabata, presidente di MedSharks e coordinatrice del progetto.

Anche se è presto per avere risultati sugli effetti della temperatura della scorsa estate, la sofferenza dell’ecosistema marino è evidente. Sicuramente MedFever costituisce la base di partenza per monitorare lo stato di salute del Mediterraneo nel lungo periodo e pianificare eventuali interventi.

«Dai risultati delle elaborazioni condotte dall’ENEA emergono indicazioni cruciali riguardo alcuni processi che regolano la variabilità ad alta frequenza delle correnti e della temperatura del mare.

Inoltre, l’integrazione delle misure con i nostri modelli operativi, tra cui MITO sulla circolazione del Mediterraneo, ha permesso di individuare fenomeni come la presenza di onde interne indotte dall’azione combinata del vento e della marea nel sito di misura “Banco di Santa Croce”, presso il Golfo di Napoli», afferma Ernesto Napolitano, oceanografo del Laboratorio modellistica climatica e impatti dell’ENEA.

La Guardia Costiera dalla parte dei giovani

Nelle prossime settimane i gruppi subacquei della Guardia Costiera installeranno altre cinque stazioni di rilevamento per MedFever.

Nella Giornata nazionale del mare e della cultura marinara, inoltre, la Guardia Costiera ha rinnovato l’impegno con il Ministero dell’Istruzione a promuovere e sviluppare nelle scuole la cultura del mare. In questa collaborazione si inserisce il concorso “La cittadinanza del mare” che fa parte nel Piano “RiGenerazione Scuola” del Ministero.

«Parlare ai giovani equivale a investire sul nostro futuro, poiché loro saranno i custodi dell’immenso patrimonio che è il nostro mare. A tutti noi, però, spetta il delicato compito di tutelarlo, consegnandolo loro intatto, così come ce lo hanno consegnato i nostri predecessori. È questa una delle missioni più importanti che la Guardia Costiera porta avanti – ben oltre i compiti affidatigli dalle leggi dello Stato – ma in virtù di un senso di responsabilità proprio di una organizzazione vicina ai cittadini, dalla parte dell’ambiente», ha dichiarato Nicola Carlone, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera rivolgendosi ai vincitori del concorso.

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