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MED16, il modello matematico che studia il mare

MED16
via Pixabay

(Rinnovabili.it) – MED16 è un modello matematico evoluto con cui i ricercatori dell’ENEA esperti di modellistica climatica possono riprodurre fedelmente le variazioni del livello del Mar Mediterraneo.

Uno studio che colma una lacuna scientifica. Come spiega Gianmaria Sannino, responsabile del laboratorio ENEA di Modellistica Climatica e Impatti e autore dello studio Modelling present and future climate in the Mediterranean Sea: a focus on sea-level change, «l’ultimo rapporto IPCC del 2021 sottolinea che le proiezioni medie di innalzamento del livello del mare sulla Terra non sono abbastanza accurate per i bacini marginali, come il Mediterraneo, che richiedono lo sviluppo di modelli specifici».

Come sarà il Mediterraneo alla fine del secolo?

MED 16 è in grado di ricostruire l’evoluzione della temperatura e del livello del mare in tre dimensioni, e aiuta a vedere come diventerà il Mediterraneo alla fine di questo secolo. È quindi uno strumento prezioso per studiare gli effetti del cambiamento climatico e individuare un possibile scenario futuro delle nostre coste.

Inoltre, MED16 è il primo modello numerico climatico che tiene conto delle maree che sono un elemento essenziale dell’innalzamento del livello del mare.

Il nuovo studio reso possibile da MED16 mette a disposizione degli scienziati «un database affidabile per seguire l’innalzamento del nostro mare che, a partire dal 1980, è andato riscaldandosi più velocemente dell’oceano globale e dove, quindi, gli effetti dei cambiamenti climatici saranno amplificati, con grave rischio per le comunità costiere».

Infatti le variazioni di livello del Mar Mediterraneo sono una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici. Ci sono anche altri fattori che determinano i cambiamenti in atto nel Mediterraneo, che infatti variano da un sito all’altro.

Il sistema Mediterraneo-Mar Nero

Alcune delle cause sono da ricercare nei movimenti tettonici locali, nella complessa dinamica delle masse d’acqua anche su piccola scala e negli scambi con l’Oceano Atlantico che avvengono attraverso lo Stretto di Gibilterra.

Anche la connessione con il Mar Nero influenza le caratteristiche del Mediterraneo: infatti il Mar Nero è un punto di raccolta di molti grandi fiumi europei e il Mar Mediterraneo rientra nel ciclo idrologico di una parte dell’Europa continentale.

I modelli attuali rappresentano il Mediterraneo come un lago, isolato dall’Atlantico, quindi non possono fornire stime realistiche sulle sue variazioni di livello. Con MED16 si riesce a coprire l’intero sistema Mediterraneo-Mar Nero, e una piccola parte dell’Oceano Atlantico ad ovest dello Stretto di Gibilterra.

È anche aumentato notevolmente il dettaglio in corrispondenza degli stretti, per rappresentare in modo affidabile la dinamica locale degli scambi d’acqua.

Leggi anche Rapporto IPCC sul cambiamento climatico: come cambia la nostra vita e cosa rischiamo

Il cambiamento climatico ha già innalzato il livello del mare

Il cambiamento climatico di origine antropica ha contribuito ad aumentare il livello medio dei nostri mari di oltre 25 centimetri negli ultimi 130 anni.

Il futuro, di questo passo, non è esattamente roseo. Se non si inverte l’aumento della temperatura globale, a fine secolo il livello del mare si sarà innalzato di 60 centimetri rispetto a oggi.

Come fa notare Sannino, sono valori da non sottovalutare perché pochi centimetri di innalzamento determinano l’allagamento di parecchi chilometri quadrati delle nostre coste e di conseguenza la salinizzazione dei terreni e delle falde.

ENEA ha fatto una proiezione al 2100 secondo lo scenario più pessimistico dell’IPCC, con la temperatura del Mediterraneo inesorabilmente in crescita.

Il problema non sarà solo l’innalzamento del livello delle acque marine, ma anche il loro riscaldamento: in questa condizione il mare non sarà più in grado di respirare e metterà in pericolo la sopravvivenza degli habitat naturali.

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