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Abbiamo superato i limiti del pianeta per l’acqua dolce

Una nuova analisi condotta dallo Stockholm Resilience Centre mostra che l’indicatore per l’acqua dolce eccede di molto la soglia se si considera anche l’”acqua verde”, vale a dire quella conservata nel terreno e utilizzabile dalle piante

Limiti del pianeta: oltrepassata anche la soglia di rischio dell’acqua dolce
Foto di Daniel Nebreda da Pixabay

È il 6° limite del pianeta sforato

(Rinnovabili.it) – Bisogna depennare un altro dei limiti del pianeta considerati al sicuro. Una nuova analisi del ciclo dell’acqua condotta dallo Stockholm Resilience Centre mostra che l’indicatore per l’acqua dolce eccede di molto la soglia se si considera anche l’”acqua verde”, vale a dire quella conservata nel terreno e utilizzabile dalle piante.

La nuova valutazione si basa sull’evidenza di cambiamenti diffusi nell’umidità del suolo rispetto alla metà dell’Olocene – l’epoca geologica in cui ci troviamo, che ha avuto inizio 11.700 anni fa –, alle condizioni pre-industriali e alla destabilizzazione dovuta ai mutamenti dei processi ecologici, atmosferici e biogeochimici legati alla mutata disponibilità di acqua verde.

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Finora, l’analisi dei limiti del pianeta per l’acqua dolce si basava soltanto sulla cosiddetta acqua blu, cioè sui prelievi di acqua da falde, laghi e fiumi. Con questi parametri, il limite era considerato “non oltrepassato”. Ma si basa su una visione parziale, non integrata del ciclo dell’acqua con il resto dell’ecosistema. Mancano gli impatti dell’acqua verde, e in particolare dell’umidità del suolo, sulla resilienza della biosfera, sullo stato dei pozzi di carbonio, e sulla regolazione della circolazione atmosferica.

“La foresta amazzonica dipende dall’umidità del suolo per la sua sopravvivenza. Ma ci sono prove che alcune parti dell’Amazzonia si stanno prosciugando. La foresta sta perdendo l’umidità del suolo a causa del cambiamento climatico e della deforestazione”, spiega Arne Tobian, secondo autore e dottorando allo Stockholm Resilience Centre e al Potsdam Institute for Climate Impact Research. “Questi cambiamenti stanno potenzialmente spingendo l’Amazzonia più vicina a un tipping point in cui grandi parti potrebbero passare dalla foresta pluviale a stati simili alla savana”, aggiunge.

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Una dinamica che non interessa soltanto l’Amazzonia. In tutto il pianeta, spiega lo studio pubblicato sulla rivista Nature Reviews Earth & Environment, l’umidità del suolo tende a essere significativamente più alta o più bassa della norma. “Quest’ultima analisi scientifica mostra come noi umani potremmo spingere l’acqua verde ben al di fuori della variabilità che la Terra ha sperimentato in diverse migliaia di anni durante il periodo dell’Olocene”, aggiunge il co-autore Johan Rockström, direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research e professore allo Stockholm Resilience Centre.