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Le potenzialità della dissalazione a flusso redox

Un esperimento della New York University perfeziona la dissalazione a flusso redox integrando le rinnovabili nel processo

dissalazione a flusso redox
Foto di RephiLe water su Unsplash

Con la dissalazione a flusso redox si può rendere la potabilizzazione dell’acqua più sostenibile

(Rinnovabili.it) – Una tecnica elettrochimica emergente si sta rivelando molto interessante per trasformare l’acqua di mare in acqua potabile e allo stesso tempo immagazzinare energia rinnovabile a prezzi accessibili. Si tratta della dissalazione a flusso redox (RFD), che un team di ricercatori della Tandon School of Engineering della New York University ha sviluppato in maniera particolarmente promettente.

Il loro studio, pubblicato su Cell Reports Physical Science, evidenzia un aumento del 20% nel tasso di rimozione del sale del sistema RFD e una riduzione della domanda di energia, ottenuti ottimizzando i flussi di fluido. La RFD offre diversi vantaggi, consentendo un approccio scalabile e flessibile allo stoccaggio dell’energia, sfruttando in modo efficiente fonti rinnovabili intermittenti come il sole e il vento. 

Come funziona la dissalazione a flusso redox

Il sistema è costituito da canali elettrochimici e salini divisi da membrane a scambio ionico. La sua architettura è stata progettata utilizzando la tecnologia di stampa 3D avanzata disponibile presso il Maker Space della New York University. Funziona dividendo l’acqua di mare in entrata in due flussi, il flusso salinante e quello desalinizzante. Accanto a questi, due canali aggiuntivi contengono l’elettrolita e la molecola redox. Il sistema utilizza una membrana a scambio cationico o una membrana a scambio anionico per una separazione efficace. In questa configurazione, gli ioni e gli elettroni si muovono attraverso i canali, risultando in un flusso di acqua dolce e un flusso di salamoia concentrata. Il sistema RFD può funzionare al contrario, riconvertendo l’energia chimica immagazzinata in elettricità rinnovabile. Questa caratteristica unica gli consente di funzionare come una sorta di “batteria”, catturando e rilasciando energia secondo necessità. 

Integrando in modo sinergico lo stoccaggio dell’energia e la desalinizzazione, perciò, l’idea è creare una soluzione sostenibile ed efficiente che soddisfi la crescente domanda di acqua dolce. Basata su energie rinnovabili, la dissalazione a flusso redox sarebbe così capace di ridurre la dipendenza dalle reti elettriche convenzionali e favorire la transizione verso un processo di desalinizzazione dell’acqua a basso impatto ambientale e addirittura carbon neutral.