Uno studio pubblicato su Nature rileva un calo del 5,5% e di oltre il 18% dei valori di O2 disciolto rispettivamente nelle acque superficiali e profonde di 400 laghi sparsi tra Europa e America del Nord. Le cause? Aumento delle temperature e inquinamento dell’acqua
Dai laghi senza ossigeno più rilascio di metano e rischi per la biodiversità
(Rinnovabili.it) – I livelli di ossigeno di centinaia di laghi in Europa e negli Stati Uniti sono crollati in pochi decenni. Abbastanza da mettere seriamente a rischio questi ecosistemi e la loro biodiversità, a partire dalla fauna ittica. Cosa c’è dietro questi laghi senza ossigeno? Due i fattori principali, entrambi legati all’attività umana: l’aumento delle temperature e l’inquinamento delle acque.
L’allarme arriva da una ricerca scientifica pubblicata su Nature che ha analizzato un campione di 400 bacini lacustri sulle due sponde dell’Atlantico. I ricercatori hanno rilevato la temperatura delle acque e i livelli di ossigeno disciolto e li hanno confrontati con misure analoghe prese nell’arco di diversi decenni, tra il 1941 e il 2017.
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Secondo la ricerca, il valore medio del declino di ossigeno disciolto in acqua arriva al 5,5% per le acque superficiali e al 18,6% per le acque profonde. “L’ossigeno è uno dei migliori indicatori della salute dell’ecosistema e i cambiamenti in questo studio riflettono un’impronta umana pronunciata”, spiega Craig E. Williamson, coautore dello studio. Un altro dato aiuta a mettere in prospettiva questi laghi senza ossigeno. Anche gli oceani stanno perdendo quantità ingenti di O2, ma il calo registrato nei bacini lacustri è da 2 a 9 volte maggiore.
La perdita di ossigeno nelle acque profonde è una minaccia diretta a molte specie di pesci. Soprattutto quelli che durante la stagione estiva si spostano più verso il fondo per trovare temperature ottimali. Senza ossigeno, ovviamente, queste fasce più profonde diventano off-limits.
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In circa un quarto dei laghi del campione, i ricercatori hanno notato che nelle acque più superficiali si registra un dato apparentemente in controtendenza: un aumento dell’ossigeno disciolto in acqua. In realtà, spiegano gli autori dello studio, non è una buona notizia perché molto probabilmente indica un boom di alghe, che a loro volta tendono a “soffocare” gli specchi d’acqua. E ancora, con il diminuire dell’ossigeno i fondali tendono ad aumentare il rilascio di metano, un gas serra con un potere climalterante fino a 80 volte superiore a quello della CO2 nei primi 20 anni di presenza in atmosfera.