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Acqua, nel 2025 ci sarà un boom di investimenti nel settore idrico italiano

Investimenti settore idrico Italia: verso quota 80 euro/abitante
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Continuano a crescere in modo sostenuto gli investimenti nel settore idrico in Italia. Nel 2025, secondo le previsioni, la media pro capite a livello nazionale dovrebbe raggiungere quota 80 euro. Finalmente in linea con la media europea, che arriva a 82 euro/abitante negli ultimi 5 anni. Per quanto i paesi più avanzati si attestino attorno ai 100 euro investiti nella gestione dell’acqua a persona.

È il dato più rilevante che emerge dal rapporto di Fondazione Utilitatis e Utilitalia sul settore idrico nazionale, presentato il 5 marzo. Il documento analizza 67 gestori industriali, che coprono il 64% della popolazione italiana. E fotografa una fase di trasformazione strutturale guidata da investimenti record e nuovi paradigmi regolatori.

Investimenti settore idrico Italia: dati aggiornati e tendenze

L’aumento degli investimenti nei servizi idrici è evidente. Tra il 2021 e il 2023, i gestori industriali hanno mobilitato 7,1 miliardi di euro. Con una progressione annuale dal 2,1 ai 2,7 miliardi. 

Questa cifra è destinata a raddoppiare entro il 2025 grazie agli interventi del PNRR. Considerando le previsioni 2024-2025, il portafoglio complessivo raggiunge 13,2 miliardi, segnando un +86% rispetto al triennio precedente.

Acqua, gli investimenti pro capite a 78,75€/abitante

La spesa pro capite media mostra un incremento costante:

Servizi idrici, resta ampio il divario tra Sud e resto d’Italia

La media nazionale nasconde delle disparità molto marcate tra le macroaree geografiche. Sugli investimenti nel settore idrico l’Italia viaggia a due velocità: al Nord e Centro si investono 63-73€/abitante contro i 32€ del Sud, sebbene il Mezzogiorno mostri segnali di ripresa.

Nel 2021, il Sud registrava appena 25€/abitante, ma le proiezioni al 2025 indicano un balzo a 58€/abitante, trainato dagli 8,4 miliardi del PNRR dedicati al settore idrico. Questo recupero rimane però parziale: le regioni centrali prevedono 114€/abitante per lo stesso anno, praticamente il doppio.

Gestori industriali, per gli investimenti le dimensioni contano

Lato gestori, il rapporto rileva che la taglia del player industriale è correlata alla capacità di investimento. Ma solo fino a un certo punto.

I piccoli investono poco: chi ha un fatturato sotto i 25 mln resta in media a 44€/abitante. Ma i gestori medi hanno una capacità di investimento pari a quella dei big. Chi ha fatturati tra i 25 e i 50 mln investe 64 euro/abitante, chi sta sopra i 100 mln arriva solo a 68 euro/abitante.

E dopo il PNRR?

Il sistema sarà sostenibile anche dopo il 2026, cioè quando finirà l’effetto PNRR?

I fondi del PNRR (5,1 miliardi nel 2024-2025 quelli dedicati al servizio idrico) stanno correggendo le storiche carenze del Sud, rileva il rapporto. Ma ci sono rischi evidenti. Un effetto sostituzione con risorse pubbliche che scalzano gli investimenti privati. E disallineamenti temporali tra cicli di spesa UE e iter autorizzativi.

Per risolvere questi nodi, il rapporto propone:

  1. fondo perequativo nazionale per aree svantaggiate
  2. garanzie pubbliche su progetti basati su collaborazione pubblico-privato
  3. piattaforme di aggregazione per gestori medio-piccoli
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