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Giornata Mondiale dell’Acqua 2025: l’Italia tra emergenze idriche e soluzioni innovative

Giornata Mondiale dell'Acqua 2025: è il World Water Day
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L’Italia è in un “paradosso idrico”. Pur essendo un paese tradizionalmente ricco d’acqua, deve fare i conti con infrastrutture obsolete, elevata dispersione idrica e impatti crescenti del cambiamento climatico. Nella Giornata Mondiale dell’Acqua 2025 (World Water Day), celebrata ogni 22 marzo, vediamo quali sono le sfide più complesse che il Belpaese deve affrontare nella gestione di questa risorsa vitale.

Giornata Mondiale dell’acqua 2025: cos’è il World Water Day?

La Giornata Mondiale dell’Acqua 2025 si celebra il 22 marzo e rappresenta un’occasione importante per aumentare la sensibilizzazione sull’importanza dell’acqua dolce e sulla necessità di una gestione sostenibile di questa risorsa vitale.

Istituito dalle Nazioni Unite nel 1992, il World Water Day vuole attirare l’attenzione su temi cruciali legati all’acqua, come l’accesso sicuro per tutti, la scarsità idrica, l’inquinamento e gli effetti dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche.

Ogni anno, la Giornata Mondiale dell’Acqua si concentra su un tema specifico: per il 2025 si prevede un’attenzione particolare alla conservazione dei ghiacciai. Dall’acqua di fusione dei ghiacciai in tutto il mondo dipende direttamente la qualità della vita di circa 2 miliardi di persone, sottolineano le Nazioni Unite.

Lo stato critico delle infrastrutture idriche italiane

La situazione delle infrastrutture idriche in Italia ha dati allarmanti che richiederebbero interventi urgenti. In base ai dati più recenti, la dispersione lungo la rete idrica nazionale oscilla tra il 14% e il 72%, con una media nazionale del 42%. Questo significa che quasi metà dell’acqua prelevata viene dispersa prima di raggiungere i rubinetti dei cittadini. La situazione è grave in oltre il 50% dei comuni italiani, dove le perdite idriche superano il 35% dei volumi immessi in rete.

L’obsolescenza delle infrastrutture rappresenta una delle principali cause di questo problema. Circa il 60% della rete idrica italiana ha più di 30 anni e il 25% ha superato il mezzo secolo di vita. Una rete idrica vecchia richiede investimenti consistenti per l’ammodernamento del sistema.

Qualche segnale positivo c’è. Il PNRR ha messo a disposizione 4,3 miliardi di euro per migliorare la qualità dell’acqua, realizzare 25.000 chilometri di nuove reti per la distribuzione, completare le reti di fognatura. E dal 2021 al 2025, i gestori del servizio idrico integrato hanno investito 13,2 miliardi (inclusi gli interventi programmati per quest’anno ma non ancora realizzati), calcola uno studio recente di TEHA.

Il paradosso della percezione

Nonostante la gravità della situazione, esiste un divario significativo tra la percezione dei cittadini e la realtà dei consumi. Secondo un sondaggio condotto da GROHE per la Giornata Mondiale dell’Acqua 2025, l’80% degli italiani sottovaluta il proprio consumo domestico di acqua. Il 28% è convinto di utilizzare tra 1 e 10 litri di acqua al giorno. In realtà, la media europea di consumo idrico pro capite si attesta sui 144 litri giornalieri. E i dati Istat dicono che l’erogazione media giornaliera pro capite in Italia è stabilmente sopra i 200 litri.

Un dato incoraggiante è che il 73% degli italiani considera fondamentale ottimizzare le risorse idriche in casa, e un italiano su due è consapevole che la scarsità d’acqua rappresenta un problema urgente che si manifesterà in modo più evidente nei prossimi dieci anni.

L’impatto del cambiamento climatico sulle risorse idriche italiane

In questo quadro va inserito l’impatto del climate change. Il cambiamento climatico sta trasformando radicalmente il regime delle precipitazioni in Italia, con un’alternanza sempre più marcata tra periodi di siccità prolungata e eventi di precipitazione estrema. Questa situazione mette a dura prova la capacità di gestione delle risorse idriche a livello nazionale e locale, come abbiamo visto durante la lunga siccità iniziata a fine 2021 e durata oltre 2 anni.

Inoltre, il cambiamento climatico ha reso più frequenti gli eventi meteorologici estremi. Tutti i livelli di governo del territorio, e in modo particolare le città, devono affrontare sfide crescenti: gestire le acque piovane in modo sostenibile per ridurre il rischio di inondazioni e, al tempo stesso, ottimizzarne il riutilizzo. Secondo dati Anbi, nel 2024 in Italia si sono verificati 7 eventi estremi al giorno, la maggior parte legati all’acqua.

Vulnerabilità territoriale e rischio idrogeologico

Trasformazioni che avvengono in un paese strutturalmente fragile, dal punto di vista idrogeologico, come l’Italia. La morfologia del territorio italiano, caratterizzata da una prevalenza di aree collinari e montuose, insieme all’elevata densità abitativa e alla progressiva urbanizzazione, aumenta la vulnerabilità del paese agli eventi meteorologici estremi. Le precipitazioni intense, sempre più frequenti, provocano alluvioni e allagamenti in contesti urbani spesso impreparati, mentre i periodi di siccità mettono a rischio l’approvvigionamento idrico per uso civile e agricolo.

In questo senso un contributo – negativo – arriva dalla cementificazione del suolo nazionale. Il consumo di suolo nel 2023 ha viaggiato su una media di 20 ettari di terreno ogni giorno, rileva l’ultimo rapporto di Ispra. Eppure, un terreno ben coperto da vegetazione può trattenere fino al 30% in più di pioggia, mitigando significativamente il rischio di alluvioni. Questo dato sottolinea l’importanza di un approccio integrato alla gestione del territorio, che consideri il ruolo fondamentale degli ecosistemi naturali nella regolazione del ciclo idrologico. Priorità segnalata da tecnici e fatta propria dalla politica, ma finora senza che si sia verificata la necessaria inversione di rotta.

Digitalizzazione e innovazione per una gestione sostenibile dell’acqua

La trasformazione digitale rappresenta una leva fondamentale per affrontare le sfide legate alla gestione dell’acqua in Italia. In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua 2025, la Fondazione per la Sostenibilità Digitale ricorda numerosi campi di applicazione delle tecnologie digitali nel settore idrico:

  1. Individuazione e contenimento delle perdite idriche
  2. Rilevazione dei consumi anomali e delle frodi
  3. Previsione della domanda dei consumi
  4. Ottimizzazione delle pressioni e del consumo energetico
  5. Determinazione dell’indice di rischio di rottura delle tubazioni
  6. Indirizzamento mirato degli investimenti

Un approccio multi-livello all’innovazione

Le tecnologie digitali supportano il settore idrico su più livelli. Il primo riguarda l’infrastruttura fisica, con sistemi GIS (Geographic Information System) e tecnologie IIoT (Industrial Internet of Things) che gestiscono il ciclo di vita degli acquedotti e degli impianti.

Il secondo livello comprende tecnologie che ottimizzano i processi attraverso analisi predittive basate su intelligenza artificiale, machine learning e big data. 

Infine, il terzo livello è quello degli ecosistemi digitali, che rappresentano digitalmente la realtà fisica degli asset e permettono l’interazione tra tecnologie e persone, come i Digital Twin e gli Smart Meter.

“La trasformazione digitale, se sviluppata con criteri di sostenibilità, può esercitare un ruolo fondamentale per una gestione efficace della risorsa idrica contribuendo inoltre a definire in modo mirato e ottimizzato le tipologie e il valore degli investimenti”, sottolinea la Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

Soluzioni urbane innovative per la gestione dell’acqua

Un altro capitolo è quello delle innovazioni capaci di rendere le città italiane più resilienti di fronte ai cambiamenti climatici e al loro impatto sulle risorse idriche e gli eventi climatici estremi. Le principali soluzioni innovative che possono trasformare il modo in cui gestiamo l’acqua negli ambienti urbani includono:

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