Da 30 anni, le Nazioni Unite celebrano questa ricorrenza con eventi in tutto il Pianeta per sensibilizzare governi e società civile sull’importanza dell’oro blu. Quest'anno i riflettori sono sull'acqua di falda
Il 22 marzo si celebra la Giornata mondiale dell’acqua 2022
(Rinnovabili.it) – “Le acque sotterranee sono invisibili, ma il loro impatto è visibile ovunque. Lontano dalla vista, sotto i nostri piedi, le acque sotterranee sono un tesoro nascosto che arricchisce le nostre vite. […] Con il peggioramento del cambiamento climatico, le acque sotterranee diventeranno sempre più critiche. Dobbiamo lavorare insieme per gestire in modo sostenibile questa preziosa risorsa”. Questo il tema a cui è dedicato il World Water Day, la Giornata mondiale dell’acqua 2022. Come ogni 22 marzo, da 30 anni, le Nazioni Unite celebrano questa ricorrenza con eventi in tutto il Pianeta per sensibilizzare governi e società civile sull’importanza dell’oro blu.
Il filo rosso che annoda i vari eventi della Giornata mondiale dell’acqua 2022 è l’acqua di falda. Invisibile ma essenziale. Da qui il motto della giornata: “rendere visibile la risorsa invisibile”. Quasi tutta l’acqua dolce liquida del mondo infatti è acqua freatica, ricorda l’organismo Onu che si occupa del World Water Day. E i bacini acquiferi sotterranei sostengono le forniture di acqua potabile, i sistemi sanitari, l’agricoltura, l’industria e gli ecosistemi. Risorse idriche preziose anche per il ruolo cruciale che giocano nell’adattamento al cambiamento climatico.
Il problema del sovrasfruttamento
Preziose, ma maltrattate. In molte regioni del pianeta, infatti, le acque sotterranee sono sovrautilizzate: se ne estrae più di quanto pioggia e neve riescano a ricostituire lo stock iniziale. Dalle acque freatiche, già oggi, proviene la metà del volume dei prelievi idrici per uso domestico effettuati dalla popolazione globale e circa il 25% di tutti quelli destinati all’irrigazione, che alimentano il 38% delle terre irrigate a livello mondiale. Percentuali destinate ad aumentare con la crescita della popolazione mondiale. Un fattore, quello dell’impennata demografica, che “pesa” molto più dell’aumento della temperatura globale.
Qual è la dimensione di questo fenomeno? A livello globale, calcola UN Water nel Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2022, il tasso aggregato di riduzione delle riserve di acque sotterranee è particolarmente elevato: “all’inizio di questo secolo le cifre oscillavano tra 100 e 200 chilometri cubi all’anno”, cioè “una percentuale compresa tra il 15% e il 25% circa del totale dei prelievi di acque sotterranee”.
Contaminare gli acquiferi? Un processo “irreversibile”
L’eccessivo sfruttamento è solo una delle sfide per i bacini acquiferi sotterranei. Un tema cruciale è quello della contaminazione delle falde. È su questo tema che l’Onu lancia il monito principale della Giornata mondiale dell’acqua 2022: l’inquinamento delle acque sotterranee è “un processo praticamente irreversibile”. Una volta inquinati, i bacini acquiferi tendono a rimanere in tali. Con danni per gli esseri umani ma anche per gli ecosistemi che ne dipendono. E i processi di decontaminazione e depurazione, quando sono tecnicamente possibili, hanno di solito costi altissimi.
Quali sono le cause principali dell’inquinamento delle acque sotterranee? Le fonti antropogeniche di inquinamento sono molte. Una delle più diffuse, ancor più dei processi industriali, è l’agricoltura. Spesso le coltivazioni causano la presenza di notevoli quantitativi di nitrati, pesticidi e altri fitofarmaci. E le leggi vigenti non riescono ad arginare questo fenomeno: “L’evidenza scientifica mostra come leggi e regolamenti atti a prevenire o a limitare l’ormai diffuso inquinamento delle acque sotterranee causato dall’agricoltura si rivelino generalmente insufficienti e di difficile attuazione”.
L’acqua sotterranea e le sfide del climate change
Anche se non è il fattore che più incide sul degrado delle risorse freatiche, il cambiamento climatico gioca un ruolo tutt’altro che secondario nel modificare la disponibilità d’acqua. Le variazioni di volume delle precipitazioni e della modalità di scorrimento dell’acqua piovana in superficie influenzano direttamente la capacità degli acquiferi di ricaricarsi. Ma la scienza del clima non è ancora riuscita a stimare con precisione l’impatto reale di questi fenomeni nei prossimi decenni. Più certo è l’influsso dell’innalzamento del livello dei mari, che ha portato in molte aree all’intrusione di acque marine negli acquiferi costieri.
Sul fronte dell’adattamento, i bacini sotterranei sono un tassello importante in molte strategie. Questi si basano su uno stoccaggio distribuito delle risorse idriche e sulla capacità degli acquiferi di immagazzinare le eccedenze idriche stagionali o episodiche. Ma in molte aree del mondo, affinché le forniture idriche siano in grado di resistere ai cambiamenti climatici, “sarà necessario attingere non solo alle acque sotterranee, ma anche a fiumi, laghi e altri bacini idrici superficiali”, avverte l’Onu in occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2022.
L’Italia e la Giornata mondiale dell’acqua 2022
Sfide, strategie e buone pratiche di cui gli italiani sono sempre più consapevoli, anche se il Belpaese nei fatti resta Cenerentola in Europa. I dati del consumo idrico parlano molto chiaro. Il consumo pro capite di acqua potabile resta elevato, a 220 litri per abitante al giorno nei comuni capoluogo e nelle città metropolitane, rileva l’Istat in occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2022. La media europea è di circa 165 litri.
Italiani spreconi? Senza dubbio. Ma l’aspetto più critico è la consapevolezza del problema, ancora molto scarsa. Quasi 7 italiani su 10 credono che il consumo medio di acqua di una famiglia sia meno di 100 litri al giorno, mentre in realtà è sui 500. E soltanto il 25% crede che quello dell’acqua sia un problema attuale. Ma qualcosa si muove: in un anno tra gli adulti la quota di chi ritiene la scarsità idrica una priorità è cresciuta del 4%. Mentre tra i più giovani si registra un vero boom col 15% in più in 12 mesi, in totale il 31%. Resta invece stabile la percentuale di chi crede che l’Italia nel 2040 sarà in una situazione di stress idrico elevato, come prevede il World Resource Institute: il 76% del totale.