La Giornata Mondiale dell’Acqua 2022 è dedicata alle acque sotterranee, un tesoro preziosissimo per l’equilibrio dell’ecosistema e per le nostre vite. In Europa, più del 75% delle acque potabili proviene dal sottosuolo, ma soffre ugualmente gli effetti del cambiamento climatico. Allo studio alcuni progetti ad alto tasso di innovazione per una gestione efficiente dell’acqua
(Rinnovabili.it) – Il tema della Giornata Mondiale dell’Acqua 2022 è “Groundwater – Making the invisible visible”. Le acque sotterranee sono un tesoro preziosissimo per l’equilibrio dell’ecosistema e per le nostre vite.
In Europa, più del 75% delle acque potabili proviene dal sottosuolo, ma soffre ugualmente gli effetti del cambiamento climatico.
L’acqua invisibile ha un ruolo importante anche per l’agroalimentare, settore nel quale è impegnato il segretariato italiano di PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), istituito presso l’Università di Siena-Santa Chiara Lab con il contributo del Ministero dell’Università e della Ricerca.
PRIMA, che si pone come punto di raccordo tra ricerca, innovazione e imprese, ha selezionato 10 progetti sul tema dell’acqua, di cui ne andremo a vedere da vicino tre: KARMA, FIT4REUSE e MEDWATERICE.
KARMA
KARMA si occupa di gestione e sfruttamento delle acque sotterranee. Il progetto KARMA è coordinato dalla Germania e vi prendono parte Francia, Tunisia, Libano e Spagna. Per l’Italia partecipa l’Università “Sapienza” di Roma.
n particolare, KARMA ha l’obiettivo di valutare la disponibilità e la qualità della risorsa idrica sotterranea nei massicci montuosi carsici nell’area mediterranea.
L’importanza dei serbatoi carsici deriva dal fatto che possono immagazzinare enormi quantità di acqua proveniente dalle precipitazioni; sono diffusi nei Paesi del Mediterraneo, e particolarmente in Italia.
Le acque sotterranee sono più resilienti ai cambiamenti climatici rispetto alle acque superficiali, come confermano le analisi dei geologi, e questo consentirebbe di garantire la disponibilità idrica in periodi e fasi siccitose.
L’area campione in Italia è il massiccio del Gran Sasso in Abruzzo. Qui oltre il 50% delle precipitazioni alimenta direttamente la falda del massiccio e le relative sorgenti, mentre la copertura nevosa pesa in media il 20% sulla ricarica delle acque sotterranee.
FIT4REUSE
Francia, Spagna, Tunisia, Grecia, Turchia, Israele partecipano al progetto FIT4REUSE, coordinato dall’Italia (Università di Bologna). Sono presenti anche Università Politecnica delle Marche e Ispra.
L’obiettivo di FIT4REUSE è fornire modalità di approvvigionamento idrico sicure, sostenibili e accettate per il bacino del Mediterraneo, che sfruttino risorse idriche non convenzionali, quali acque reflue depurate e acque desalinizzate, per l’utilizzo in agricoltura e per la ricarica degli acquiferi.
FIT4REUSE ha tre filoni principali di ricerca: innovazione della tecnologia di trattamento, applicazione in ambiente simulato/rilevante, valutazione e regolamentazione delle innovazioni proposte.
Lo studio mira a superare il divario tra il fabbisogno idrico delle colture e l’effettiva disponibilità di acqua.
Tra i risultati già raggiunti, soluzioni innovative per il trattamento delle acque reflue per uso irriguo, dissalazione delle acque, creazione di una piattaforma per la comunicazione tra i partner di progetto e con gli stakeholder, pubblicazione di materiale scientifico e tecnico, migliorare l’efficienza nella depurazione delle acque reflue e ridurne i costi promuovendo l’economia circolare.
MEDWATERICE
Un altro progetto a coordinamento italiano (Università degli Studi di Milano) è MEDWATERICE – Towards a sustainable water use in Mediterranean rice-based agro-ecosystems. Partecipano anche Ente Nazionale Risi e Università Cattolica del Sacro Cuore. Gli altri Paesi coinvolti sono Portogallo, Spagna, Turchia, Israele, Egitto.
MEDWATERICE ha l’obiettivo di diminuire i consumi di acqua per la coltivazione del riso e i suoi impatti per l’ambiente attraverso l’individuazione di nuove tecnologie per l’irrigazione e lo sviluppo di indicatori per misurare l’impatto ambientale, economico e sociale delle diverse gestioni irrigue.
Inoltre, il progetto studia come estendere la coltivazione del riso al di fuori delle aree tradizionali.
Le colture che necessitano di un grande quantità d’acqua come il riso sono diventate critiche nei paesi dove diminuisce la disponibilità di acqua, nonostante la richiesta sia in crescita. Nel bacino del Mediterraneo il riso è coltivato su una superficie di 1.300.000 ettari; in media la coltivazione del riso utilizza 15.000 ai 20.000 m3/ha di acqua a stagione.
L’acqua diventa quindi strategica anche per gli assetti geopolitici attuali e futuri; inoltre, aumentare le produzioni locali di prodotti prioritari come il riso permetterebbe di ridurre le importazioni.
Al momento i ricercatori hanno individuato sette strategie irrigue alternative alla sommersione tradizionale che sono in corso di sperimentazione in aziende pilota dei Paesi partecipanti a MEDWATERICE.
«L’acqua potabile, l’approvvigionamento alimentare e la tutela dell’ambiente naturale dipendono dalle acque sotterranee e dalla loro gestione. La ricerca e l’innovazione su tale tema sono essenziali per ridurre lo spreco di acqua, garantirne l’accessibilità, mantenendo al contempo adeguate capacità produttive dei vari settori.
La gestione efficiente delle risorse idriche è uno dei temi cardine del programma PRIMA attraverso il quale ci impegniamo a dare un contributo concreto per sistemi agroalimentari sostenibili del Mediterraneo.
Gli oltre 40 progetti finanziati sui temi della gestione sostenibile delle risorse idriche offrono soluzioni in tal senso», ha dichiarato Angelo Riccaboni, presidente di Fondazione PRIMA e di Santa Chiara Lab.