Il 22 marzo ricorre il World Water Day
(Rinnovabili.it) – L’acqua dev’essere al centro dell’azione per l’ambiente e il clima. Le disfunzioni nell’intero ciclo dell’acqua sta compromettendo il progresso di tutte le principali questioni globali. Dalla salute alla fame, dalla parità di genere all’occupazione, dall’istruzione all’industria, dai disastri alla pace. Per questo è necessario “accelerare il cambiamento”: è questo il tema della Giornata mondiale dell’acqua 2023 (World Water Day), che si celebra come tutti gli anni oggi, il 22 marzo.
Un colibrì per la Giornata mondiale dell’acqua 2023
Dal 1993, ogni anno, il 22 marzo, in tutto il mondo si celebra il World Water Day. La ricorrenza è stata istituita dalle Nazioni Unite con la risoluzione A/RES/47/193 sulla base delle decisioni prese l’anno prima a Rio de Janeiro durante la United Nations Conference on Environment and Development, meglio nota come il Summit della Terra, la prima conferenza mondiale dei capi di Stato sull’ambiente.
Lo scopo del World Water Day è quello di catalizzare azioni concrete per promuovere la consapevolezza dell’importanza di tutelare le risorse idriche. Per la Giornata mondiale dell’acqua 2023 UN Water, l’organismo Onu che organizza la giornata, ha lanciato la campagna globale Be the change (Sii il cambiamento). Il simbolo è un colibrì e vuole sottolineare l’importanza delle azioni individuali e su piccola scala per realizzare un cambiamento globale. La scelta di questa specie di uccello viene da una storia presa dalla tradizione del popolo Quechua, originario dell’attuale Perù.
“Un giorno nella foresta scoppiò un incendio. Tutti gli animali si salvarono. Si fermarono ai margini dell’incendio, guardando le fiamme con terrore e tristezza. Sopra le loro teste, un colibrì volava avanti e indietro verso il fuoco, più e più volte. Gli animali più grandi chiesero al colibrì cosa stesse facendo. “Sto volando verso il lago per prendere l’acqua e aiutare a spegnere il fuoco”. Gli animali risero di lei e dissero: “Non puoi spegnere questo fuoco!”. Il colibrì rispose: “Faccio quello che posso””.
Il World Water Day nell’Italia colpita dalla siccità
Una ricorrenza che assume un valore particolare quest’anno per l’Italia, alle prese con il secondo anno consecutivo di carenza d’acqua. Il 2022 è stato uno degli anni più estremi mai registrati sia per il caldo sia per la mancanza di precipitazioni. A fine anno, il saldo pluviometrico mostrava un deficit del 30%. E quest’anno non è iniziato meglio, anzi: il rischio siccità è sempre più alto, i livelli dei fiumi soprattutto al Nord sono quelli che si dovrebbero riscontrare ad agosto, la neve in montagna è il 67% in meno della media degli ultimi 10 anni.
Come limitare l’impatto peggiore della crisi idrica? Per la Giornata mondiale dell’acqua 2023, Legambiente pubblica il dossier “Accelerare il cambiamento: la sfida dell’acqua passa dalle città”, in cui suggerisce soluzioni semplici e immediate per far fronte al vertiginoso deficit idrico nazionale. La priorità? Raccogliere meglio le acque meteoriche.
La chiave sarebbe migliorare la gestione delle acque in città. Insieme al riutilizzo dei reflui in agricoltura, questa pratica ha un potenziale enorme: permetterebbe di raccogliere 22 miliardi di metri cubi d’acqua l’anno. Cioè 3 volte la capacità dei 374 grandi invasi che sono in servizio oggi (poco meno di 7 mld m3). Oltre a mitigare la siccità, queste soluzioni consentirebbero anche di difendere i nuclei urbani da inondazioni e allagamenti causati da precipitazioni estreme, sempre più comuni nel Belpaese.
Gli interventi prioritari dovrebbero puntare a trattenere l’acqua in eccesso invece di disperderla. Un esempio viene da Trento, nell’ambito degli interventi del progetto Santa Chiara Open Lab, con l’Urban Wetland, un parco ideato per ricevere le acque piovane convogliate dai tetti degli edifici della zona che è stato progettato per il trattamento e riuso delle acque di pioggia per l’irrigazione delle aree verdi del parco e per aumentare la biodiversità in ambiente urbano. Bisogna poi desigillare il tessuto urbano per restituirgli permeabilità e favorire il risparmio idrico in edilizia. In quest’ultimo campo sono solo meno di 850 (circa il 10% del totale) i comuni italiani che hanno regolamenti che fanno attenzione al risparmio di acqua per le nuove costruzioni e in caso di ristrutturazione. Mentre 528 sono i comuni che puntano sui tetti verdi.