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Giornata mondiale degli oceani 2021, la nostra fonte di vita

Giornata mondiale degli oceani 2021
Foto di StockSnap da Pixabay

La Giornata mondiale degli Oceani 2021 è dedicata al tema “Vita e mezzi di sussistenza”

(Rinnovabili.it) – Tutto è iniziato da qui. Circa 3 miliardi e 900mila anni fa, gli oceani sono stati la culla dei primi esseri unicellulari del Pianeta, aprendo le porte all’evoluzione terrestre. E dopo ben otto Ere geologiche, le acque del pianeta blu hanno ancora un ruolo di primo piano nel sostentamento della vita. Per celebrarne l’importanza le Nazioni Unite hanno istituito un evento dedicato: la Giornata mondiale degli Oceani o World Oceans Day. Ventiquattro ore per ricordarne a tutti il valore, mostrare i danni determinati dalle attività antropiche e creare un movimento globale per la gestione sostenibile delle acque marine. 

L’idea di una Giornata degli Oceani nacque l’8 giugno 1992 nel corso del Summit della Terra a Rio de Janeiro con l’obiettivo di spostare il tema dai margini al centro delle discussioni sull’ambiente. Ma perché l’evento assumesse il carattere di celebrazione annuale globale bisogna attendere la delibera dell’assemblea generale ONU del 2008; seguita nel 2009 dall’inaugurazione vera e proprio con il tema “I nostri oceani, la nostra responsabilità”. Negli anni l’attenzione è progressivamente cresciuta ma anchele sfide e problemi marini hanno registrato un’impennata, conferendo all’evento una nuova urgenza.

“Celebriamo la Giornata mondiale degli oceani per ricordare a tutti il ruolo principale che essi hanno nella vita di tutti i giorni”, scrivono le Nazioni Unite. “Sono i polmoni del nostro pianeta […] una fonte importante di cibo e medicine, e una parte fondamentale della biosfera. Lo scopo della Giornata è informare il pubblico sull’impatto delle azioni umane, mobilitare e unire la popolazione in un progetto globale per la gestione sostenibile”. 

World Ocean Day 2021: la vita e mezzi di sussistenza

Quasi quattro miliardi di anni dopo, gli oceani continuano ad essere fonte di vita per l’umanità e ogni altro organismo terrestre. Producono il 50% dell’ossigeno che respiriamo, ospitano la maggior parte della biodiversità del pianeta, costituiscono la principale fonte di proteine per oltre un miliardo di persone in tutto il mondo. Per non parlare del fatto che la blue economy, ossia l’economia legata a questa risorsa, dà lavoro oggi a milioni di esseri umani. Nonostante ciò, l’oceano corre grandi rischi.

Il 90% delle grandi popolazioni ittiche risulta al collasso, la popolazione di coralli è stata dimezzata. A causa dei gas serra, le acque si stanno progressivamente scaldando ed acidificando, due fattori che influenzano fortemente la distribuzione e l’abbondanza della vita marina. Non solo. L’inquinamento continua senza alcun freno. Il World Economic Forum ha stimato che entro il 2050 la plastica avrà superato in peso la fauna marina.

E manca una protezione sulle aree più fragili. Ad oggi infatti abbiamo tutelato solo il 7% dei mari e di questo meno del 3% possiede un livello di tutela alto. In altre parole stiamo prendendo più di quanto gli oceani possano ricostituire. “Per proteggerli e preservarli, dobbiamo creare un nuovo equilibrio, comprendendo il valore oceanico e il modo in cui l’umanità si relaziona con esso. Dobbiamo costruire una connessione con l’oceano che sia inclusiva, innovativa e informata dalle lezioni del passato”, spiega l’ONU.

“The Ocean: Life and Livelihoods” è il tema della Giornata mondiale degli oceani 2021, nonché una dichiarazione di intenti che inaugura un decennio di sfide per raggiungere l’obiettivo di sviluppo sostenibile 14, ossia “Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine” entro il 2030.

In che modo celebrare la Giornata mondiale degli Oceani 2021?

Come in ogni grande evento celebrativo delle Nazioni Unite, anche i singoli cittadini hanno ruolo. Esiste una serie di azioni a portata di tutti, da mettere in campo senza attendere i grandi proclami politici o piani intergovernativi. Buone pratiche che possono essere replicate e diffuse, stimolando la condivisone della sostenibilità. Ne abbiamo raccolte alcune che possono dare una mano a quanti vogliano fare qualcosa di concreato per la Giornata mondiale degli Oceani 2021 e non solo.

  1. INFORMARSI – La sensibilizzazione passa per la conoscenza. Comprendere il problema costruisce già un primo passo. Le Nazioni Unite hanno organizzato un grande evento digitale per raccontare, assieme a ricercatori, attivisti e organizzazioni, il mondo marino, dalle ultime scoperte oceaniche al rapporto complesso con l’umanità. Aggiungendo a conclusione anche un concerto con artisti provenienti da ogni parte del mondo. Ma in maniera ancora più semplice e diretta è possibile informarsi attraverso i tanti film e documentari prodotti sul tema e disponibili oggi sulle principali piattaforme di streaming. Qualche titolo? Seaspiracy; A Plastic Ocean; Blackfish; Il mio amico in fondo al mare; Chasing Coral.
  2. CONSUMARE IN MODO SOSTENIBILE – C’è chi sostiene che l’attuale modello di consumo non possa dar spazio a opzioni realmente sostenibili. Si può però optare per scelte a minor impatto, evitando – a livello alimentare – specie ittiche sovrasfruttate. Un aiuto arriva dalla guida del WWF. Il documento attraverso colori diversi (blu, verde, giallo, rosso) mostra l’impatto della pesca industriale sulle singole specie di pesce e sull’ambiente, tenendo conto anche dell’efficacia o meno delle regolamentazioni vigenti. E aiutando in questo modo il consumatore ad orientarsi. Più in generale vale invece la regola di evitare beni che contribuiscono a danneggiare le popolazioni marine, come gioielli in corallo o prodotti a base di squalo. 
  3. RIDURRE L’USO DELLA PLASTICA – Il materiale di per sé non ha connotazioni negative, ma la cattiva gestione dei suoi rifiuti è divenuta un problema enorme, soprattutto per spiagge e mari. Alla scontata raccomandazione di fare a meno, quando possibile, di prodotti usa getta, si possono accostare scelte di acquisto più consapevoli che premino materiali biodegradabili, naturali o ottenuti da riciclo dei rifiuti marini. Un esempio? Gli occhiali da sole del marchio tedesco Uvex Ocean P realizzati a partire dalle vecchie reti da pesca abbandonate. La tavola da surf della Bloom, creata con bioplastica algale. O ancora i secchielli e i rastrelli da spiaggia prodotti da Mondo con materiale riciclato proveniente dalla filiera alimentare pre-consumo.
  4. PRENDERSI CURA DELLA NATURA – La regola d’oro è non lasciare rifiuti sulla spiaggia. Si può andare ancora oltre, partecipando a iniziative di pulizia collettiva. La più celebre: la Clean Up The Med, campagna annuale di Legambiente per la riduzione dei rifiuti marini a cui partecipano 80 organizzazioni, provenienti da 16 Paesi diversi e ben oltre 1500 volontari, dagli 8 ai 70 anni. Altrettanto fondamentale è esplorare la natura senza interferire o disturbare la fauna selvatica. Questo vale anche in caso di straordinari avvistamenti di cetacei. Come spiegato dai biologi marini di MareCamp l’opzione migliore è quella di proseguire a una bassa velocità senza rapidi cambi di direzione o inseguimenti, evitando di produrre rumori o dare da mangiare agli animali.
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