I fiumi a flusso libero sono diventati sempre più rari. Secoli di attività umane ne hanno alterato il passaggio e i canali, creando una frammentazione con impatti rilevanti sugli ecosistemi acquatici.
Un percorso a ostacoli nelle arterie idriche d’Europa
(Rinnovabili.it) – Ci sono più di 1,2 milioni di barriere, tra dighe, argini, canali e guadi, a ostruire il flusso dei fiumi europei, probabilmente i più frammentati al mondo; con una densità di 0,74 barriere per chilometro, il 68% delle quali alte meno di 2 metri. A dirlo una ricerca condotta su oltre 2.700 chilometri di 142 fiumi, un vero e proprio atlante delle barriere dei fiumi.
Lo studio – pubblicato sulla rivista Nature – è stato coordinato da Barbara Belletti del Politecnico di Milano. I ricercatori hanno usato 120 database regionali, nazionali e globali per valutare il numero delle singole barriere nell’ambito del progetto Amber (Adaptive management of barriers in european rivers), e camminando lungo i fiumi hanno scoperto che i dati già raccolti tendevano a non contare le barriere più piccole
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Tanto che secondo loro il 61% non è stato conteggiato e il numero delle barriere osservate sul campo è 2,5 volte maggiore di quelle presenti negli inventari già esistenti. La maggiore densità si ha nell’Europa centrale e quella minore in Norvegia, Danimarca, Svezia, Islanda e Scozia. Si va dalle 5 barriere ogni 1.000 chilometri del Montenegro alle quasi 20 dell’Olanda. Nessuno dei 147 fiumi studiati ne è risultato privo, anche se i fiumi nei Balcani, e parte degli stati baltici, della Scandinavia e dell’Europa meridionale sono ancora relativamente poco frammentati. Secondo i ricercatori questi risultati potranno aiutare ad adottare la Strategia europea per la biodiversità.
“L’entità della frammentazione dei fiumi europei è molto più alta di quanto si potesse prevedere”, ha afferma Belletti. Mentre Christian Zarfl del Center of applied geoscience dell’università tedesca Eberhard Karls di Tubingen e Bernhard Lehrer del dipartimento di geografia dell’università McGill di Montreal hanno affermato che la ricerca in questione è “l’inventario più completo di barriere fluviali mai creato; tuttavia rappresenta ancora una sostanziale sotto-rappresentazione della realtà. Le barriere artificiali renderebbero le vie d’acqua europee forse la rete fluviale più frammentata del mondo”. Questo perché – viene spiegato – le dighe sopra i 15 metri di altezza sono meno dell’1% delle barriere fluviali artificiali in Europa; e oltre il 90% delle barriere sono alte meno di 5 metri. Per questo i ricercatori dicono che bisogna riconoscere come, sebbene siano le grandi barriere ad attirare maggiormente l’attenzione, sono “quelle piccole che collettivamente causano il maggior danno”.