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Le emissioni di gas serra strozzano gli oceani per secoli

Uno studio del GEOMAR Center di Kiel lancia l’allarme: gli strati sotto i 2.000 metri perderanno fino al 25% di ossigeno, una tendenza che sarà impossibile invertire anche accelerando la nostra azione climatica

Emissioni di gas serra: oceani senza ossigeno anche se le fermiamo adesso
Foto di joakant da Pixabay

Anche bloccando ora le emissioni di gas serra, la deossigenazione degli oceani continuerebbe per secoli

(Rinnovabili.it) – Azzerare le emissioni di gas serra non impedirà che i livelli di ossigeno disciolto negli oceani continui a diminuire. Anche con un’azione tempestiva per bloccare le emissioni, e quindi anche con il contenimento sensibile del riscaldamento globale calcolato sul valore delle temperature della superficie terrestre, i mari di tutto il pianeta continueranno a patire le conseguenze del cambiamento climatico che sono già state innescate.

Lo sostiene un nuovo studio condotto dal GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel, in cui i ricercatori hanno provato a gettare luce sulle conseguenze di lungo periodo del riscaldamento globale sugli oceani. I risultati sono poco confortanti anche nel più roseo degli scenari di riduzione delle emissioni di gas serra. “I risultati mostrano che anche in questo scenario estremo, l’esaurimento dell’ossigeno continuerà per secoli, più che quadruplicare la perdita di ossigeno che abbiamo visto fino ad oggi nell’oceano”, riassume Andreas Oschlies, uno degli autori dello studio.

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Oschlies e colleghi hanno analizzato le conseguenze sugli ecosistemi marini. Anche se fermassimo l’aumento della temperatura globale in atmosfera, il riscaldamento degli oceani è un processo in atto che continuerebbe pur in assenza di nuove emissioni. L’innalzamento della colonnina di mercurio diminuisce la solubilità dell’ossigeno in acqua e rallenta anche i processi di rimescolamento delle acque superficiali e profonde. Un processo, quest’ultimo, che è essenziale per trasportare ossigeno anche negli strati più profondi.

Secondo lo studio, il decremento di ossigeno nelle regioni più profonde degli oceani può arrivare anche al 25%, specie negli strati che si trovano al di sotto della soglia dei 2.000 metri di profondità. Per le acque più superficiali, invece, la perdita di ossigeno può essere bloccata e invertita abbastanza rapidamente con una brusca diminuzione delle emissioni.

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La quantità di ossigeno negli oceani globali è diminuita di circa il 2% negli ultimi 50 anni a causa del riscaldamento globale. La presenza di “zone minime di ossigeno” è in realtà un fenomeno naturale presente in tutte le acque. Tuttavia, oggi queste regioni si stanno espandendo, il che potrebbe avere conseguenze drammatiche a livello biologico, ecologico, economico e climatico. Le riduzioni maggiori, rilevava uno studio del 2018 condotto sempre dal centro di Kiel, sono state registrate all’equatore e ai poli.