Dal riutilizzo dei reflui depurate alla dissalazione dell'acqua marina: le proposte di Utilitalia per per favorire l’adattamento e resilienza dell'infrastruttura nazionale dell'acqua
Per garantire nei prossimi anni un approvvigionamento sicuro di acqua potabile servono azioni sinergiche
(Rinnovabili.it) – Mentre a Palazzo Chigi è in corso la prima riunione della Cabina di regia sulla crisi idrica, nuovi piani e strategie per affrontare l’emergenza siccità si fanno avanti. Dopo le proposte presentate da Legambiente, è oggi la volta di quelle firmate da Utilitalia le cui associate forniscono i servizi idrici all’80% della popolazione italiana. La Federazione ha messo nero su bianco una serie di azioni e interventi per favorire l’adattamento e resilienza dell’infrastruttura nazionale dell’acqua. Un approccio di ampio respiro che guarda non solo all’immediato e che considera l’attuale emergenza siccità come un problema ormai non più saltuario.
“I periodi siccitosi non possono più essere considerati eccezionali”, sottolinea il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini. “Vanno pertanto affrontati attraverso interventi che favoriscano la resilienza delle reti idriche nell’ambito di un approccio globale che consideri tutti i diversi utilizzi dell’acqua nel nostro Paese, garantendo la priorità all’uso civile”.
Le aziende italiane del settore idrico sono pronte a fare la loro parte, spiega la Federazione, mettendo in campo risorse per circa 11 miliardi di euro nei prossimi 3 anni, di cui 7,8 miliardi da investire nella sicurezza dell’approvvigionamento idrico. Ma nel contempo chiede azioni sinergiche che coinvolgano tutti i settori, agricoltura compresa, così come nuovi e urgenti interventi lato governance.
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Le proposte di Utilitalia contro l’emergenza siccità
1. Promuovere un uso efficiente dell’acqua, incentivando ulteriormente la riduzione delle perdite e i comportamenti virtuosi;
2. Realizzare grandi invasi ad uso plurimo, invasi di piccole e medie dimensioni ad uso irriguo e interconnessioni delle reti idriche;
3. Favorire il riutilizzo efficiente delle acque depurate a fini agricoli o industriali;
4. Aumento dei volumi delle falde acquifere per contrastare l’avanzata del cuneo salino;
5. Diversificare la strategia di approvvigionamento, con la produzione complementare di acqua potabile anche attraverso la dissalazione delle risorse marine;
6. Rafforzare il ruolo di pianificazione dei sette distretti idrografici;
7. Sostenere la presenza di gestori industriali;
8. Semplificare le procedure per la realizzazione degli investimenti, estendendo le semplificazioni ai progetti connessi ai servizi pubblici locali a rete.