Lo studio di CDP e Planet Tracker sull’impatto dei disastri climatici legati all’acqua
(Rinnovabili.it) – Il settore finanziario sottostima l’impatto di disastri climatici legati all’acqua. Una disattenzione che può costare caro: anche 225 miliardi di dollari, calcola un nuovo rapporto delle no profit CDP e Planet Tracker. E che colpirebbe ad ampio raggio, visto che quasi 7 compagnie su 10 sarebbero direttamente coinvolte.
I dati sono chiari. Già oggi, siccità, tempeste e alluvioni sono i disastri climatici più calamitosi in termini di danni umani ed economici a livello globale. Negli ultimi 50 anni, riporta l’Organizzazione meteorologica mondiale, i fenomeni legati all’acqua hanno costituito quasi la metà degli eventi calamitosi complessivi, e sono responsabili di quasi ¾ delle morti. Una situazione che vale non solo per i paesi più fragili ma anche per l’Europa, dove negli ultimi 5 decenni il prezzo pagato per pioggia normali e alluvioni ammonta a quasi 380 miliardi di dollari.
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In più, l’impatto antropico sul ciclo globale dell’acqua aggraverà il quadro nei prossimi anni e decenni, in combinazione con il cambiamento climatico. Oggi quasi mezzo miliardo di persone vive in zone più umide di quanto sia abituato, dove ogni anno cade una quantità di pioggia che, nei decenni precedenti, cadeva soltanto 1 volta ogni 6 anni. Al contrario, circa 163 milioni di persone vivono in aree insolitamente secche. Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC, la scarsità idrica dovrebbe colpire 3 miliardi di persone con una temperatura globale di 2°C e 4 mld se arriviamo a 4 gradi. Entro il 2100, 1/3 dei ghiacciai rilascerà il 10% di acqua in meno, soprattutto in Asia Centrale e nelle Ande, togliendo disponibilità di acqua a 1,5 miliardi di persone. Un problema per l’agricoltura, ma anche per la produzione industriale ed elettrica.
Letti su questo sfondo, i dati del rapporto di CDP e Planet Tracker dicono chiaramente che il rischio climatico legato all’acqua è al tempo stesso la voce più preoccupante ma anche quella più sottovalutata dalla finanza globale. Mentre il 69% delle aziende contattate per il dossier afferma che l’impatto sui propri asset e operazioni di disastri climatici legati all’acqua sarebbe “sostanziale”, ben 1 su 3 non sta incorporando questo rischio nelle proprie valutazioni industriali.