di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Garantire l’acqua potabile, e un accesso sicuro, a tutti. Questo l’obiettivo dell’Ue che ha adottato – nel corso del Consiglio dell’Unione Europea – formalmente la sua posizione in prima lettura sulla revisione della direttiva sull’acqua potabile. Con l’adozione delle modifiche all’attuale direttiva sull’acqua potabile aumenterà il livello di protezione per l’ambiente e la salute umana.
La risorsa idrica viene ritenuta, naturalmente, essenziale; è per questo che gli standard sono stati aggiornati – raggiunte sulla base del compromesso dei negoziati tra il Consiglio e il Parlamento europeo – ed è stato introdotto un approccio basato sul rischio in relazione al monitoraggio dell’acqua e al miglioramento delle informazioni sulla qualità dell’acqua messe a disposizione dei consumatori e dei cittadini dell’Ue.
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Le nuove norme aggiornano gli standard qualitativi previsti per l’acqua potabile e introducono un approccio basato sul rischio ed efficace sotto il profilo dei costi per quanto concerne il monitoraggio della qualità dell’acqua. Sono stati anche introdotti requisiti minimi di igiene per i materiali che entrano a contatto con l’acqua potabile, per esempio le condutture. L’intento è migliorare la qualità di questi materiali per proteggere la salute umana ed escludere qualsiasi contaminazione. In particolare la posizione del Consiglio è una risposta alla crescente preoccupazione per gli effetti degli interferenti endocrini, dei prodotti farmaceutici e delle microplastiche sulla salute umana istituendo un meccanismo dell’elenco di controllo, così da trovare nuove conoscenze e impatti sulla salute umana.
Questa revisione è la conseguenza diretta dell’iniziativa dei cittadini europei ‘Right2Water’. La commissione ha adottato la proposta di rifusione della direttiva sull’acqua potabile il primo febbraio 2018. Il 5 marzo 2019 il Consiglio ha adottato la sua posizione su quella proposta. Il 18 dicembre 2019 il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio, confermato dagli ambasciatori degli Stati membri dell’Ue il 5 febbraio 2020.
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Adesso la posizione adottata verrà trasmessa al Parlamento europeo; sarà oggetto di un annuncio in plenaria del Parlamento europeo, di una votazione in Commissione Ambiente e infine di una votazione da parte della plenaria del Parlamento europeo. La direttiva entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell’Unione europea.