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Ci sono 7,8 miliardi per il decreto contro la siccità. Ma le risorse sono bloccate

Decreto contro la siccità: il governo ha 7,8 miliardi di euro pronti
Il livello del lago di Garda è talmente basso che è riemerso un collegamento via terra con l’isola dei Conigli. via depositphotos.com

A breve il Decreto Acqua dovrebbe essere approvato in CdM, assicura Pichetto

(Rinnovabili.it) – Le misure per contrastare la siccità allo studio del governo costeranno 7,8 miliardi. Si tratta di “risorse già stanziate” tra Pnrr e altri fondi europei e nazionali, ma per la maggior parte sarebbero bloccate dalla burocrazia. E quindi inutilizzabili nei tempi stretti dettati dall’emergenza. Lo hanno riferito sia il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sia il titolare del MASE Gilberto Pichetto. Proprio allo sblocco dei fondi potrebbe essere dedicata una parte del decreto contro la siccità (chiamato anche Decreto Acqua) che il governo sta mettendo a punto in queste settimane.

Fondi bloccati

I fondi ci sono e l’intervento legislativo conterrà “quante più semplificazioni e deroghe possibili per accelerare i lavori essenziali a fronteggiare la siccità”, assicura il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in un’intervista a La Stampa.

Finora è stata spesa soltanto una quota minima nonostante la siccità stia colpendo il paese dalla fine del 2021. Dal Pnrr arriva la fetta maggiore, circa 4 miliardi: per il momento ne è stato impegnato meno del 10%, appena 300 milioni. Dai fondi europei del periodo 2014-2020, in tutto 1,2 miliardi, ne è stato usato appena 1/6 cioè 200 milioni.

Secondo Utilitalia nemmeno questi fondi basteranno. Per la federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche servono 1,3 miliardi di euro aggiuntivi l’anno fino al 2026 e bisogna favorire il riuso efficiente delle risorse idriche, oggi solo al 4% a fronte di un potenziale del 23%.

Cosa conterrà il decreto contro la siccità?

Pichetto ha confermato struttura e contenuti principali del decreto contro la siccità. In arrivo una cabina di regia istituita a Palazzo Chigi “per prevenire il fenomeno prima che deflagri”, ha spiegato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante un question time alla Camera la settimana scorsa.

Con tempismo discutibile vista la situazione delle risorse idriche già gravissima in gran parte d’Italia. Una ventina di Comuni nel Nord-Ovest stanno già contando sulle autobotti per rifornire l’acquedotto, la portata del Po e di molti suoi affluenti è a livelli bassissimi. A Piacenza la portata del Po segna -23,53% rispetto alla media del periodo, nelle stazioni di rilevamento più a monte si arriva a -73%. Gli invasi sui bacini di Adige e Piave hanno deficit del 33 e 59%. I primi due mesi dell’anno, al Nord, sono stati 1,44°C più caldi rispetto all’anno scorso: l’anomalia termica più pronunciata almeno da 200 anni a questa parte.

Questa cabina di regia elaborerà insieme a regioni ed enti territoriali “un piano idrico straordinario nazionale” per “individuare le priorità di intervento e la loro adeguata programmazione”, ha aggiunto Pichetto. A guidare l’esecuzione del piano dovrebbe essere nominato un commissario straordinario. Sul cui profilo, però, non si hanno ancora dettagli. “Abbiamo la necessità di sfruttare al meglio le nuove tecnologie e avviare una campagna di sensibilizzazione sull’uso responsabile della risorsa idrica”, conclude il ministro.

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