L’acqua, bene vitale per tutti gli esseri viventi, oggi è più che mai preziosa. I cambiamenti climatici, responsabili della siccità e dei fenomeni piovosi particolarmente violenti ed imprevedibili, rendono necessaria l’adozione di misure e metodi per ottimizzare l’uso delle risorse idriche, in una chiave sostenibile e per combattere la crisi idrica. E sono questi gli obiettivi dell’accordo sottoscritto dall’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Centrale (Aubac) ed Acea Ato 2, che hanno stretto un’importante collaborazione scientifica per monitorare, in tempo reale grazie alla digitalizzazione, la destinazione degli afflussi meteorici nel distretto del centro Italia.
Crisi idrica, accordo su Aquarum per sviluppare il primo bilancio idrologico
Cosa significa? I tecnici di Acea Ato 2, su indicazione di Aubac, hanno sviluppato un modello digitale avanzato, chiamato Aquarum, che servirà ad analizzare il comportamento delle acque piovane nel distretto dell’Autorità, stimando l’acqua che si infiltra nel terreno, al fine di avere un quadro completo di dati, fondamentali per il calcolo del primo Bilancio idrologico distrettuale, richiesto e promosso secondo le direttive Europee, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Commissario Straordinario per la scarsità idrica.
“Una corretta gestione della risorsa idrica richiede sistemi di monitoraggio sempre più raffinati e sofisticati”, afferma Marco Casini, Segretario generale dell’Autorità di Bacino dell’Appennino Centrale, nel corso della presentazione alla stampa di Aquarum e dell’accordo. “Disporre di queste informazioni è vitale oggi, in quanto la risorsa idrica è sempre più scarsa e va gestita sempre più con attenzione. Questo significa avere chiara qual è la domanda del territorio, presente e futura, e qual è l’offerta del territorio, perché l’acqua, a differenza dell’energia, è una grandezza locale, quindi portarla da una parte all’altra comporta un impegno notevole. Allora conoscere queste disponibilità serve in anticipo a sapere quali interventi è necessario apportare sul territorio, quali investimenti, per avere poi quali risultati in termini di fabbisogni e di soddisfazione della domanda“, ha aggiunto Casini ai microfoni di Rinnovabili.
Crisi idrica, modello indica livello di pioggia e temperature sul territorio
Il progetto Aquarum, che risale al 2020 nel pieno del periodo Covid, servirà per identificare la quantità di acqua nel sottosuolo, da usare come risorsa idrica su scala regionale. Il modello restituisce nel dettaglio la quantità di pioggia e di calore sul territorio, sia ad un livello spaziale che temporale, cioè fornendo l’analisi territoriale in un determinato periodo di tempo. Per caratterizzare Aquarum, infatti, l’Autorità di Bacino dovrà fornire ad Acea i dati climatici di precipitazione e temperatura giornalieri e le informazioni territoriali necessarie per consentire al modello di eseguire tutte le analisi, combinando i risultati delle analisi sulla destinazione degli afflussi meteorici con i dati sui consumi idrici e sullo stato delle falde, dei corsi d’acqua superficiali e degli invasi, migliorando notevolmente la pianificazione delle risorse per i diversi usi civile, agricolo e industriale.
Insomma il progetto è molto ambizioso e consentirà realmente un monitoraggio puntuale ed in tempo reale, rilevando situazioni di anomalia e facendo previsione di comportamenti e scenari futuri. L’obiettivo, dunque, è anche quello di consentire agli enti competenti di poter sviluppare attività di pianificazione e di programmazione. “Aquarum verrà utilizzato su scala più ampia, per il monitoraggio di tutti i bacini idrici dell’Italia centrale. Penso sia un importante riconoscimento per la società e in particolare per la professionalità delle persone di Acea Ato 2 che l’hanno prima implementata e poi messa a regime”, le parole di Claudio Cosentino, Presidente di Acea Ato 2.
Aquarum, conoscenza territorio per considerare potenzialità di rischio
D’altronde, un modello previsionale del bene idrico, consente anche di considerare situazioni di potenziale rischio. “Per poter evitare situazioni di rischio per la popolazione è necessario avere una conoscenza completa e profonda di tutto il ciclo idrico – ha aggiunto Casini, Presidente di Aubac -. L’accordo di oggi ci consentirà di quantificare le piogge utili al sistema, quindi quelle che riescono a infiltrarsi nel terreno, separandole da quelle che invece ruscellando finiscono al mare. Stiamo continuando in questo percorso di approfondimento del quadro conoscitivo e questo accordo ci consentirà di colmare quel gap che ancora era presente nel nostro sistema“.