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Fiumi e ghiacciai mai così in agonia: i dati 2024 sulla crisi idrica globale

Crisi idrica globale: record negativi per fiumi e ghiacciai
via depositphotos.com

L’acqua è il “campanello d’allarme del cambiamento climatico”. Nel 2023 ha suonato a ripetizione. Segnali di pericolo sono arrivati da piogge estreme, inondazioni e siccità che hanno messo in ginocchio ecosistemi ed economie e sono costati molte vite umane. “E tuttavia non stiamo adottando le misure urgenti necessarie”, lamenta la segretaria generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale Celeste Saulo, che ieri ha presentato l’ultimo rapporto dell’OMM sullo stato della crisi idrica globale.

I messaggi principali del rapporto OMM sullo stato delle risorse idriche mondiali sono 3:

“Il risultato dell’aumento delle temperature è l’accelerazione del ciclo idrologico. Quest’ultimo è anche diventato più irregolare e imprevedibile e stiamo affrontando crescenti problemi di troppa o troppo poca acqua. Un’atmosfera più calda trattiene più umidità, il che favorisce forti piogge. Un’evaporazione più rapida e l’essiccazione dei terreni peggiorano le condizioni di siccità”, aggiunge Saulo.

“Eppure, si sa ancora troppo poco sul vero stato delle risorse di acqua dolce del mondo. Non possiamo gestire ciò che non misuriamo”, spiega la segretaria generale dell’OMM che continua la battaglia per creare un sistema di early warning globale basato su dati puntuali e precisi anche dalle regioni oggi meno coperte.

Crisi idrica globale: lo stato dei fiumi nel 2023

L’anno scorso, i fiumi globali hanno toccato un nuovo record negativo riguardo la portata. Come nel 2022 e nel 2021, oltre il 50% dei bacini fluviali globali ha registrato deviazioni negative della portata dei fiumi. Sono stati sempre meno, invece, i fiumi che hanno presentato condizioni di portata superiori alla media storica.

La crisi idrica globale ha toccato i fiumi in ogni continente. I bacini del Mississippi e dell’Amazzonia hanno registrato livelli negativi d’acqua da record. Il Corno d’Africa, che aveva visto 5 stagioni delle piogge consecutive molto secche, è stato colpito da inondazioni. Il Gange, il Brahmaputra e il Mekong hanno registrato condizioni inferiori alla norma su quasi tutto il loro bacino.

Falde acquifere, situazioni estreme

Troppa acqua o troppo poca, senza vie di mezzo. È la situazione che ha caratterizzato nel 2023 anche le falde acquifere globali. In Sudafrica, la maggior parte dei pozzi ha mostrato livelli delle falde acquifere superiori alla norma, a seguito di precipitazioni superiori alla media, così come in India, Irlanda, Australia e Israele.

Un notevole impoverimento della disponibilità di falde acquifere è stato osservato in alcune parti del Nord America e dell’Europa a causa della prolungata siccità. Non sempre c’entra (solo) la crisi climatica: in Cile e Giordania i livelli delle falde acquifere erano inferiori alla norma, ma i cali a lungo termine sono dovuti a eccessivi prelievi da parte dell’uomo piuttosto che a fattori climatici.

L’agonia dei ghiacciai continua

Il rapporto dell’OMM aggiunge un altro dato alla lunga agonia dei ghiacciai globali: nel 2023 sono state perse 600 miliardi di tonnellate di acqua a causa della fusione dei ghiacciai. È il risultato peggiore in 50 anni di osservazioni. Situazioni di fusione estrema si sono avute nell’America settentrionale occidentale e nelle Alpi europee, dove i ghiacciai svizzeri hanno perso circa il 10% del loro volume rimanente negli ultimi due anni.

La copertura nevosa nell’emisfero settentrionale, a maggio 2023 (alla fine della stagione di accumulo), era l’8° più bassa mai registrata nel periodo 1967-2023. Una conseguenza dei bassi livelli di equivalente idrico nivale registrati a marzo, cioè il volume di acqua stoccato nel manto nevoso.

Leggi qui il rapporto dell’OMM sullo stato delle risorse idriche globali

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