Mose, servono ancora 18 mesi di lavori e test
(Rinnovabili.it) – Il primo e attesissimo test completo sul Mose, il discusso sistema veneziano di difesa dalle inondazioni, è stato superato brillantemente da tutte e 78 le paratoie mobili nei quattro varchi del progetto. Le barriere si sono sollevate senza intoppi: la prima è stata la diga di Lido San Nicolò, composta da 20 paratoie, seguita da quella del Lido Treporti, con 21 barriere, e infine da quella di Chioggia, che ne conta 18. In dieci minuti dall’inizio del test, alle 12.25 del 10 luglio, si è concluso il sollevamento delle 19 dighe di Malamocco e il premier Conte, a Venezia per assistere alla prova, ha dichiarato che ora il progetto si può dire arrivato, finalmente, al suo “ultimo miglio”.
Avviato nel 2003, il Mose sarebbe dovuto essere completato in pochi anni a un costo stimato di 2 miliardi di euro. Nel 2019 era invece ancora bloccato, la spesa aveva toccato i 7 miliardi e molti componenti della struttura si stavano arrugginendo. A rilevarlo era stato un test dell’ottobre dell’anno scorso condotto su parte delle paratoie: le preoccupanti vibrazioni scaturite avevano messo in guardia gli ingegneri che scoprirono corrosione dovuta alla ruggine in alcune parti del meccanismo.
Ora, anche a causa di maree sempre più alte – basti pensare a quelle di 1,87 metri di novembre 2019, altezza che non si registrava dal 1966 – il Mose è stato rimesso in moto e pare sarà operativo dall’autunno 2020. A sottolinearlo è la commissaria alla conclusione del progetto, Elisabetta Spitz: “con le prove dei prossimi mesi sarà già possibile dal prossimo autunno il sollevamento in caso di maree altissime, così da salvare dall’acqua alta la Laguna”. Spitz continua però spiegando come resti ancora molto lavoro da fare: “Il Mose non è finito, ci sono 18 mesi di lavori e test, bisognerà avviare il collaudo tecnico funzionale e poi alcuni anni di rodaggio per l’avviamento, per la progressiva ottimizzazione con procedure trasparenti e controllo rigoroso dei costi”. Il sistema è infatti molto complesso: usa una rete di cassoni riempiti d’acqua, progettati per essere sollevati in 30 minuti così da creare una barriera capace di resistere fino a tre metri di alta marea.
Per Conte è fondamentale “garantire che questa protezione sia operativa per il prossimo autunno-inverno”. Ha infatti spiegato di voler verificare l’andamento dei lavori e di volersi concentrare “sull’obiettivo di completare il Mose”, lasciando da parte le polemiche. In risposta alle proteste dei comitati e delle associazioni, Conte ha concluso spiegando che “la politica si assume le proprie responsabilità”, ora “con un ulteriore sforzo finanziario si completerà il progetto e ci si augura che funzioni”.
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