Con la chiusura di scuole, uffici, negozi e aziende, cambia anche il consumo idrico: diminuisce la domanda del settore industriale, cresce quella del settore domestico
Cambiano le abitudine e, con esse, anche la distribuzione del consumo idrico. In casa si consuma più acqua di prima, ma con aziende e industrie chiuse, il bilancio è comunque positivo
(Rinnovabili.it) – L’emergenza sanitaria ed il conseguente lockdown imposto dal Governo modifica anche la distribuzione del consumo idrico in Italia. Cresce quello domestico, ma diminuisce di contro quello di industrie e aziende: nel complesso, il bilancio sembrerebbe però essere positivo.
Stando ai dati diffusi da Gruppo Cap, cioè dal gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, il consumo idrico registra infatti un incremento dell’8% nel settore domestico ed un calo del 17% per quanto riguarda l’utilizzo nei settori dell’industria, del commercio e dell’artigianato. Ugualmente, sono diminuiti anche i volumi di acqua immessi negli impianti di depurazione (-20%), con dati che variano però a seconda del settore industriale (oil&gas, farmaceutico, alimentare, concerie), ma che in ogni caso risultano sempre in flessione anche per il settore agroalimentare.
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A cambiare, così come i ritmi e le abitudini dei cittadini italiani, sono anche le fasce orarie di maggior consumo idrico. In particolare, il Cap ha registrato uno spostamento della mattinata di un paio d’ore in avanti. Pur con l’introduzione, dove possibile, dello smart working e della didattica a distanza, la chiusure di scuole e uffici ha portato il picco di consumi nella fascia oraria delle 8.30 anziché, com’era prima del 9 marzo, in quella delle 6.30 del mattino.
Dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) arrivano in ogni caso rassicurazioni circa la sicurezza idrica: ”L’emergenza si combatte attraverso la prevenzione – ha detto Luca Lucentini, direttore Reparto Qualità dell’acqua e salute dell’ISS – Mai come in questo momento l’acqua del rubinetto svolge un ruolo fondamentale di presidio igienico-sanitario per contrastare la diffusione del CoVid-19. Quella che entra nelle nostre case è un’acqua sicura e controllata, grazie al Water Safety Plan, sistema che si avvale di un approccio predittivo del rischio, indicato proprio dall’Oms, implementato per la prima volta in Italia proprio da Gruppo Cap nei comuni della Città metropolitana di Milano”.
Parole alle quali fanno eco quelle del Gruppo Cap che, sottolineando l’impatto ambientale- positivo – derivante dal consumo di acqua dell’acquedotto, conferma la sicurezza e la tenuta dei sistemi di controllo. “È dai gesti di tutti i giorni che diventiamo cittadini in grado di prenderci cura dell’ambiente e delle nostre risorse – ha aggiunto Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo Cap – Bere l’acqua del rubinetto è un’opportunità per acquisire una nuova consapevolezza improntata sulla sostenibilità, sul risparmio e sull’esigenza di ridurre sensibilmente la produzione di plastica. I comuni della Città metropolitana sono stati il teatro della prima messa a punto del più rivoluzionario piano di messa in sicurezza dell’acque grazie all’utilizzo continuativo di sonde e rilevatori per garantire quotidianamente un’acqua sicura e controllata. Un servizio essenziale in questo momento di lockdown”.
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