Il dato emerge da una ricerca Ipsos per Finish del gennaio 2021, e sembra non curarsi del parere del World Resources Institute secondo il quale nel 2040 l’Italia sarà in un serio stress idrico
di Isabella Ceccarini
(Rinnovabili.it) – Gli italiani sono i maggiori consumatori di acqua in Europa, con 220 litri al giorno pro capite contro una media europea di 165 litri (e +66% rispetto alla media globale), ma solo il 12% delle persone ritiene di doversi preoccupare per l’acqua. Chi ha a cuore l’ambiente si preoccupa di più per la plastica in mare (51%), l’inquinamento atmosferico (49%) e la gestione dei rifiuti (44%). Il dato emerge da una ricerca Ipsos per Finish del gennaio 2021, e sembra non curarsi del parere del World Resources Institute secondo il quale nel 2040 l’Italia sarà in un serio stress idrico. Se il 52% degli intervistati ritiene troppo pessimistiche queste previsioni, è davvero preoccupante che l’11% le consideri false e diffuse ad arte per spaventare i cittadini.
“Acqua nelle nostre mani” è un progetto che vuole diffondere maggiore consapevolezza sui modelli di comportamento da adottare per salvaguardare un bene indispensabile come l’acqua. A lanciarlo anche quest’anno è Finish (il noto marchio di prodotti per lavastoviglie) insieme a Future Food Institute e FAI (Fondo Ambiente Italiano): il progetto parte il 22 marzo per la Giornata Mondiale dell’Acqua e proseguirà con incontri e dibattiti nel corso dell’anno.
Già nel 2020 Finish e Future Food Institute – visti i risultati di uno studio sulla situazione idrica svolto con l’Ente Idrico Campano – avevano avviato alcuni interventi concreti in Cilento, un’area della Campania ad alto rischio siccità. La riattivazione di una fonte secondaria di irrigazione e la creazione di una rete idraulica hanno permesso la distribuzione alle utenze domestiche e agli agricoltori, che hanno potuto continuare a coltivare prodotti tipici locali come il pomodorino giallo del Cilento, l’oliva di Salella ammaccata, i ceci di Cicerale e alcune varietà di grani antichi come il Saragolla e il Carosella.
Ridurre il consumo di acqua in agricoltura
La collaborazione con Future Food Institute si sviluppa con azioni nel campo dell’innovazione agroalimentare per ridurre il consumo di acqua in agricoltura; sono previsti inoltre percorsi di formazione per i giovani agricoltori. Nella seconda parte del 2021 sarà dato particolare rilievo all’agricoltura sostenibile e all’innovazione del settore: agricoltura biologica, agricoltura di precisione, IoT in agricoltura. Tecnologie che aumentano la quantità e la qualità della produzione, limitano il consumo idrico e l’uso di fertilizzanti e pesticidi con un indubbio vantaggio economico per il produttore che va di pari passo con la sostenibilità ambientale.
“Innovation Challenge per l’agricoltura” è dedicata alle startup che vogliono proporre progetti per il risparmio idrico. Il progetto vincitore avrà il sostegno di Finish per far decollare l’idea.
“Cosmopolites” è un progetto educativo per 22.000 tra studenti e docenti delle scuole secondarie in cui i ragazzi si sfideranno in un hackaton per progettare il futuro. La sfida lanciata da Finish è “Come potremmo coinvolgere e guidare i nostri compagni di classe nel contribuire a ridurre l’impatto idrico domestico adottando comportamenti virtuosi?”.
Il FAI è l’associazione che si preoccupa della salvaguardia e della valorizzazione dei beni artistici e naturali italiani. In questa collaborazione con Finish il FAI ha spinto sull’acceleratore per tutelare il patrimonio idrico e ha fissato il traguardo di ridurre del 20% in 10 anni il consumo di acqua nei beni di cui si prende cura.
Tutti devono collaborare: cittadini, governi, aziende, enti pubblici
La pandemia ha fatto i suoi danni anche in campo idrico, riducendo l’attenzione delle persone dai problemi dell’acqua: nonostante il tanto tempo trascorso in casa, solo 1 italiano su 4 ha controllato i consumi. La convinzione generale che emerge dalla ricerca Ipsos per Finish è che tutti debbano fare la loro parte. Per il 68% degli intervistati il ruolo principale spetta ai cittadini che devono ridurre i propri consumi; il 58% attribuisce molta responsabilità agli enti pubblici che devono curare la manutenzione delle tubature; per il 54% i governi dovrebbero sanzionare i comportamenti scorretti; il 50% ritiene che le aziende debbano migliorare i processi produttivi.
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I cittadini virtuosi hanno cominciato con il chiudere il rubinetto quando non serve (73%), a fare docce più brevi (39%), a usare lavatrice (65%) e lavastoviglie (44%) a pieno carico e a non sciacquare i piatti prima di caricarla (con un risparmio medio di 38 litri per ogni lavaggio). Tanto per avere un’idea, se si considera una media di utilizzo della lavastoviglie di 4-5 volte a settimana, si potrebbero risparmiare in totale oltre 6 miliardi di litri di acqua in un anno: il contenuto di 2.500 piscine olimpiche. È singolare che il 66% degli intervistati sia consapevole di consumare più acqua lavando i piatti a mano (122 litri) piuttosto che con la lavastoviglie (12 litri per lavaggio, quindi con un risparmio di 110 litri), eppure il 70% dei possessori di lavastoviglie non la utilizza come dovrebbe.
L’attenzione all’ambiente cresce con l’età
Dalla ricerca Ipsos per Finish emergono dati interessanti e in qualche caso inaspettati, come l’attenzione all’ambiente che cresce con l’età: dal 59% della fascia 18-34 anni sale addirittura al 77% nella fascia 55-65. Anche se i giovani sono informati e consapevoli degli scenari futuri e conoscono i comportamenti da adottare, sono gli adulti ad essere più attenti all’ambiente nella vita di tutti i giorni: fanno una raccolta differenziata più precisa, non sprecano cibo, riducono lo spreco di acqua, limitano l’uso della plastica, fanno attenzione ai consumi di gas e di elettricità, chiudono il rubinetto quando non usano l’acqua, usano gli elettrodomestici a pieno carico.
Una curiosità interessante. Andando sul sito di “Acqua nelle nostre mani” è possibile misurare il proprio consumo quotidiano di acqua che non risparmia sorprese. Ero sicura di essere super virtuosa invece ho scoperto che posso migliorare, anche se in realtà due dei tre comportamenti suggeriti li mettevo già in pratica. Provare per credere.