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La scia di sangue che lega gli attivisti ambientali Lenca in Honduras

Si chiamava Juan Carlos Cerros Escalante e lottava per i diritti della sua comunità contro la diga El Tornillito, sul fiume Ulùa. I compagni di lotta: “E’ un assassinio politico”

Attivisti ambientali, continua la strage in Honduras
credits: david diaz da Pixabay

Il paese del centro America ha il record mondiale negativo di attivisti ambientali uccisi

(Rinnovabili.it) – Apparteneva alla stessa comunità indigena di Berta Caceres, i Lenca. E aveva altre due cose in comune con lei: lottava per la difesa dell’acqua e dei diritti del suo popolo, contro l’installazione indiscriminata di dighe. E come lei è stato assassinato. Juan Carlos Cerros Escalante è l’ultimo nome nella lista degli attivisti ambientali uccisi in Honduras, uno dei paesi più pericolosi per chi difende l’ambiente.

Cerros Escalante è stato ucciso a 41 anni davanti alla chiesa di Nueva Granada, nella provincia di Cortes, davanti a suo figlio. Era a capo di un movimento locale di attivisti ambientali che si chiama Comunidades Unidas. Tra le sue battaglie, una campagna contro la diga con impianto idroelettrico El Tornillito, sul fiume Ulùa. La polizia ha fatto sapere di aver fermato un sospetto.

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“Condanniamo l’uccisione di un altro compagno e attivista”, ha detto Betty Vásquez, coordinatrice del movimento ambientalista Santa Barbara. “Non è concepibile, non è giusto che criminalizzino le persone, perseguitino le persone e poi le uccidano per difendere la terra. Consideriamo questo un assassinio politico”.

Tra il 2010 e il 2017, secondo l’ong Global Witness che monitora la sicurezza degli attivisti in tutto il mondo, in Honduras sono stati ammazzati 120 militanti. In gran parte si tratta di attivisti ambientali, con una quota notevole di individui provenienti dalle comunità indigene, in prima linea nella difesa delle loro terre. Il paese centramericano ha un primato mondiale da questo punto di vista, che secondo molti osservatori dipende dall’intreccio di interessi tra politica e affari nello sfruttamento delle risorse naturali e dal clima di impunità che facilita questi crimini. Secondo molti attivisti locali, inoltre, dietro almeno alcune delle uccisioni ci sarebbero esponenti governativi, gli stessi che tentano poi di mettere un freno alle indagini e insabbiare i casi.

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A fine dicembre era avvenuta un’altra uccisione a sangue freddo di un attivista Lenca, Félix Vásquez. Nel marzo 2016 fu assassinata Berta Caceres, volto più noto dell’attivismo ambientale honduregno e vincitrice del Goldman Prize 2015. Caceres lottava contro la mega diga di Agua Zarca, progetto responsabile di deforestazione illegale e di violazioni dei diritti del popolo indigeno Lenca.