Tutti i continenti tranne l’Africa negli ultimi 20 anni hanno un trend negativo nella disponibilità di acqua in fiumi e laghi. L’andamento delle precipitazioni e sempre più erratico e gli estremi – siccità e inondazioni – più frequenti e intensi
L’Onu avverte: mancano dati, la fotografia delle risorse idriche globali è solo parziale
(Rinnovabili.it) – Nel 2021, le regioni che hanno ricevuto molta meno pioggia rispetto alla media degli ultimi 30 anni sono state il doppio di quelle dove le precipitazioni sono state più abbondanti del solito. Un andamento influenzato da La Niña. Ma non è solo la siccità, più diffusa, a dover mettere in allarme. Tra le aree dove si sono accumulati più mm di pioggia figurano anche la Germania e l’area tra Liguria e Piemonte, interessate da eventi estremi che hanno devastato il territorio rispettivamente a luglio e ottobre. Un andamento sempre più erratico, quello delle piogge, che mostra uno degli effetti principali della crisi climatica sullo stato delle risorse idriche globali.
“Gli impatti dei cambiamenti climatici sono spesso percepiti attraverso l’acqua – siccità più intense e frequenti, inondazioni più estreme, precipitazioni stagionali più irregolari e scioglimento accelerato dei ghiacciai – con effetti a cascata sulle economie, sugli ecosistemi e su tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Eppure, la comprensione dei cambiamenti nella distribuzione, nella quantità e nella qualità delle risorse di acqua dolce è insufficiente”, afferma il segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale, Petteri Taalas, introducendo il primo rapporto dell’Omm sullo Stato delle risorse idriche globali.
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L’unico continente dove, negli ultimi 20 anni, si è registrato un trend positivo nella disponibilità idrica nei fiumi e nei laghi è l’Africa. Per tutto il resto del Pianeta il bilancio è negativo. Ma avvicinando lo sguardo si nota che solo la fascia tropicale africana ha più risorse idriche di un tempo, mentre Sahel e Maghreb presentano un deficit. Anche alcuni dei maggiori fiumi asiatici, tra cui l’Indo, il Gange, il fiume Giallo e il Mekong, hanno portate in diminuzione. Questo nonostante la fusione dei ghiacciai sia aumentata costantemente, registra il capitolo del rapporto dedicato alla criosfera.
Attualmente, 3,6 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua per almeno un mese all’anno e si prevede che questa cifra aumenterà a più di 5 miliardi entro il 2050. Tra il 2001 e il 2018, l’ente Onu che si occupa dell’acqua, UN Water, ha riferito che il 74% di tutti i disastri naturali sono stati legati all’acqua.
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