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Acqua sempre più cara: il Dossier di Cittadinanzattiva

Acqua sempre più cara: il Dossier di Cittadinanzattiva(Rinnovabili.it) – Un aumento vertiginoso quello subito dai costi dell’acqua, che negli ultimi 6 anni hanno registrato un andamento crescente in molte città italiane, con picchi da record in alcuni casi. Secondo quanto diffuso dal Dossier Acqua di Cittadinanzattiva, infatti, sarebbero 40 le città del nostro territorio ad aver visto aumentare il costo di uno dei beni cui non possiamo rinunciare di oltre il 40%, con i record di Reggio Calabria (+164,5%), Lecco (+126%) e Benevento (+100%) e tariffe quasi raddoppiate a Viterbo (+92,7%) e Carrara (+93,4%); uniche best practice Isernia, Milano e Trento, le città più economiche d’Italia. All’aumento del 33% dei costi dell’acqua registrato negli ultimi 6 anni corrisponderebbe una vera e propria piaga diffusa lungo tutto lo stivale: la dispersione idrica, che si attesta anch’essa al 33% e che ogni anno costa al Paese ben 3,7 miliardi di euro, una cifra addirittura superiore a quella necessaria per una manovra finanziaria. Anche i dati relativi all’ultimo anno non sono confortanti. L’indagine annuale realizzata dall’Osservatorio Prezzi & Tariffe di Cittadinanzattiva, infatti, ha coinvolto tutti i capoluoghi di provincia e si è basata sul servizio idrico integrato per uso domestico (acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione e quota fissa), prendendo in considerazione una famiglia tipo di tre persone, con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua (comprensivi di Iva al 10%); ciò che essa ha rilevato è stata una crescita dei costi su base nazionale in media del 6,9%. Le troppe differenze di costo e le inefficienze del sistema sono, dunque, i capi d’accusa di un problema le cui conseguenze ricadono principalmente sui consumatori.

 

E’ evidente l’urgenza di omogeneizzare le tariffe sul territorio nazionale, prendendo in considerazione le eventuali specificità territoriali, ma realizzando un quadro unitario in tema di fasce di consumo e costi in bolletta – ha affermato la responsabile politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva, Tina Napoli – questo per superare le immotivate differenziazioni di costo che anche quest’anno restano così evidenti per le tasche dei cittadini”.

 

Secondo la Napoli, infatti, sarebbe necessario introdurre il bonus sociale anche nel servizio idrico, per tutelare le fasce deboli sostenendo le persone con reddito basso e quelle svantaggiate. “E’ altrettanto intollerabile – ha aggiunto la Napoli – che le inefficienze e i ritardi del servizio idrico continuino ad essere pagate dai cittadini, senza nessun investimento nel miglioramento del servizio, come mostrano i dati sulla dispersione idrica, in ulteriore aumento negli ultimi anni”.

 

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