Da Mumbai a San Paolo, le forniture di acqua sono sempre più precarie. Servono interventi “a monte” per facilitare la depurazione e abbattere i costi
(Rinnovabili.it) – Una grande metropoli su quattro, in tutto il mondo, non è in grado di fornire acqua pulita ai suoi cittadini. Da Mumbai a San Paolo, le forniture idriche sono sempre più precarie a causa della siccità che si è abbattuta su diverse zone del mondo. Lo spiega una ricerca della ONG The Nature Conservancy (TNC), che consiglia un approccio preventivo al problema, e non soltanto a valle.
In tutto, un quarto delle oltre 500 città prese in esame potrebbe avere un ritorno positivo investendo nella conservazione dei bacini idrografici. Tra le città più importanti che potrebbero godere i benefici di questo approccio, vi è proprio San Paolo. Il cuore economico del Brasile ha sempre avuto a che fare con la precarietà delle risorse idriche, ma da un anno a questa parte sta vivendo la più grave carenza da quando sono iniziate le rilevazioni, nel 1930. Una crisi urbana che si estende a tutto il pianeta.
La maggior parte dell’acqua prende la via dell’agricoltura, che è responsabile mediamente del 90% del consumo totale. Ma la ragione del calo vistoso e rapido delle forniture è l’esplosione demografica delle grandi città, le cui infrastrutture non sono in grado di garantire adeguate risposte alla domanda di acqua di alta qualità. Le contromisure che solitamente vengono prese si concretizzano in investimenti in impianti di trattamento, serbatoi o miglioramenti nel sistema di distribuzione. Ma secondo i ricercatori vi è sempre più necessità di infrastrutture naturali, realizzabili adottando un approccio preventivo: si tratterebbe di recuperare gli argini dei fiumi o costruire terrazzamenti per ridurre il deflusso di nutrienti e sedimenti. Queste azioni rimangono tanto fondamentali quanto spesso inattuate, eppure hanno le potenzialità per migliorare a monte la qualità dell’acqua e abbattere i costi di depurazione.
Riducendo la quantità di sedimenti e sostanze nutrienti nelle forniture idriche del 10%, secondo l’ONG si potrebbe ottenere una riduzione di circa il 5% dei costi di trattamento. Unendo a queste altre pratiche di conservazione – protezione delle foreste, rimboschimento, agricoltura più sostenibile, riduzione nell’uso di biomassa forestale – le città di tutto il mondo potrebbero risparmiare circa 900 milioni di dollari l’anno che invece impiegano nella depurazione delle acque.