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Acqua potabile, l’UE apre procedura d’infrazione contro l’Italia

La Commissione europea ha sollecitato il Belpaese a garantire che l'acqua destinata al consumo umano sia salubre e pulita

Acqua potabile, l’UE apre procedura d’infrazione contro l’Italia(Rinnovabili.it) – Era il 2010 quando il Consiglio dei Ministri, su richiesta della Regione, dichiarava lo stato di emergenza in relazione alla concentrazione di arsenico nelle acque destinate all’uso umano in alcuni comuni laziali; il decreto allora emanato doveva portare all’attuazione di interventi emergenziali atti a garantire alle popolazioni interessate una fornitura idrica sicura. A oltre tre anni di distanza in 37 zone di approvvigionamento i parametri dell’arsenico così come quelli del fluoro, non rispettano ancora la direttiva sull’acqua potabile emanata dall’Unione Europea nel lontano 1998. Ecco perché Bruxelles ha deciso di aprire una nuova  nei confronti dell’Italia dopo averle concesso ben tre deroghe per consentirle di garantire che l’acqua destinata al consumo umano fosse conforme alle norme europee. Una garanzia che tuttavia il Belpaese non è riuscito ancora a fornire.

 

Le deroghe erano subordinate al fatto che l’Italia fornisse agli utenti informazioni adeguate su come ridurre i rischi associati al consumo dell’acqua potabile in questione e, in particolare, i rischi associati al consumo di acqua da parte dei bambini, attuando nel contempo un piano di azioni correttive e a informare la Commissione in merito ai progressi compiuti. La presenza di una contaminazione persistente da arsenico e fluoro ha quindi portato l’esecutivo europeo, su raccomandazione del Commissario per l’Ambiente Janez Potočnik ad inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia, la prima fase formale della procedura di infrazione.