(Rinnovabili.it) – In agricoltura è di fondamentale importanza la corretta gestione delle risorse idriche. Lo ha sottolineato la Corte dei Conti europea in una relazione pubblicata oggi.
In materia di politica agricola comune (PAC) gli obiettivi della politica Ue in fatto di acqua è stata solo parzialmente integrata. I due strumenti utilizzati per portare avanti la politica, ovvero la condizionalità e lo sviluppo rurale, non sarebbero secondo l’audit abbastanza forti con conseguenti ritardi nell’attuazione della direttiva quadro sulle acque. La condizionalità consiste in un meccanismo che subordina determinati pagamenti della PAC al rispetto di specifici requisiti ambientali, e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale fornisce incentivi finanziari per azioni che vanno al di là di quanto richiesto dalla normativa obbligatoria per migliorare la qualità delle acque.
“In Europa l’agricoltura consuma, in maniera del tutto logica, una grande quantità di acqua, assorbendo un terzo circa dell’acqua complessivamente utilizzata, ed esercita pressioni sulle risorse idriche attraverso, ad esempio, l’inquinamento idrico da nutrienti,” ha dichiarato Kevin Cardiff, il Membro della Corte responsabile della relazione. “Sebbene si siano registrati dei progressi, la Commissione e gli Stati membri devono integrare meglio le questioni relative alle risorse idriche nella politica agricola comune, al fine di garantire un uso sostenibile a lungo termine di tali risorse”.
Esaminando gli obiettivi della politica Ue l’audit della Corte ha esaminato se gli obiettivi in materia di acque trovino riscontro effettivo ed efficace nella PAC, a livello sia strategico sia di attuazione.
Analizzando i temi l’audit ha rilevato che i due strumenti hanno avuto un impatto positivo sul conseguimento degli obiettivi di miglioramento della quantità e qualità delle risorse idriche, ma rimangono troppo limitati per il raggiungimento delle ambizioni della PAC e per i nuovi obiettivi 2014-2020.
“Gli Stati membri devono fare di più per allineare i programmi di sviluppo rurale e gli interventi a tutela delle risorse idriche, e devono eliminare i ritardi nell’applicazione della direttiva quadro sulle acque.” ha affermato Cardiff, “Anche se i riscontri già pervenuti alla Commissione sono positivi, resta ancora molto da fare.”