Taglio del nastro per l’impianto di depurazione di Limone sul Garda e Tremosine, il primo in Italia costruito all’interno di una galleria dismessa
(Rinnovabili.it) – A Limone del Garda e Tremosine, due comuni in provincia di Brescia, le acque reflue cittadine hanno scelto un innovativo percorso di recupero. Il depuratore che da oggi in poi tratterà i reflui fognari comunali rappresenta una vera e propria novità per le soluzioni tecnologiche adottate per una “localizzazione” unica in Italia. Sì perché la centrale di trattamento è stata realizzato all’interno di una galleria dismessa, intergando nel sistema le migliori tecnologie di salvaguardia ambientale oggi disponibili. In realtà il delicato ecosistema in cui il depuratore si inserisce, ovvero la sponda bresciana del lago di Garda richiedeva una particolare attenzione dal punto di vista progettuale e di funzionamento; l’area, attualmente classificata come sensibile, si avvale oggi di sistemi di filtrazione che se pur funzionanti risultano decisamente datati. A segnare la strada è il nuovo impianto consortile che sfruttando il recupero di una delle gallerie della zona abbandonate nel 1967, sceglie di puntare su tecnologie note riadattandole alle esigenze locali.
Il depuratore, inaugurato ieri alla presenza del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, è in grado di contenere al massimo le volumetrie complessive, di coprire le vasche e controllarne le emissioni di odori oltre che di ridurre gli interventi di scavo in roccia, grazie ad un processo che utilizza le biomasse adese; in altre parole viene favorita lo sviluppo ed il rinnovo della flora batterica u particolari supporti fisici ad elevata superficie specifica che svolge la sua attività depurativa demolendo del materiale organico dei reflui e depurando l’acqua. Per Clini si tratta di un’iniziativa importante, “interessante per le soluzioni che sono state trovate”. “Non impatta sull’ambiente circostante – ha spiegato il ministro – e nello stesso tempo assicura la depurazione delle acque”.
Ma a far luce sul funzionamento della centrale è Marzio Ferraglio, a.d. di SaceccavSpA, la società aggiudicataria dell’appalto. “La forte fluttuazione della popolazione residente e non ha fatto sì che venisse scelta una composizione modulare del comparto biologico per soddisfare, senza sprechi, le esigenze di un bacino di utenza variabile a seconda delle stagioni dell’anno”. Per la costruzione del depuratore è stata usata la tecnologia MBBR (Moving Bed BiofilmReactor) la cui caratteristica principale è una composizione a unità addizionabili. “Il vantaggio finale è notevole in quanto sono state costruite tre linee che possono essere inserite o disinserite a seconda della necessità del momento con un notevole risparmio energetico. Tale e tanta è l’efficienza del processo che l’impianto ha ricevuto autorizzazione a scaricare direttamente a lago”.