Taglio del nastro per l’impianto di depurazione di Limone sul Garda e Tremosine, il primo in Italia costruito all’interno di una galleria dismessa
Il depuratore, inaugurato ieri alla presenza del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, è in grado di contenere al massimo le volumetrie complessive, di coprire le vasche e controllarne le emissioni di odori oltre che di ridurre gli interventi di scavo in roccia, grazie ad un processo che utilizza le biomasse adese; in altre parole viene favorita lo sviluppo ed il rinnovo della flora batterica u particolari supporti fisici ad elevata superficie specifica che svolge la sua attività depurativa demolendo del materiale organico dei reflui e depurando l’acqua. Per Clini si tratta di un’iniziativa importante, “interessante per le soluzioni che sono state trovate”. “Non impatta sull’ambiente circostante – ha spiegato il ministro – e nello stesso tempo assicura la depurazione delle acque”.
Ma a far luce sul funzionamento della centrale è Marzio Ferraglio, a.d. di SaceccavSpA, la società aggiudicataria dell’appalto. “La forte fluttuazione della popolazione residente e non ha fatto sì che venisse scelta una composizione modulare del comparto biologico per soddisfare, senza sprechi, le esigenze di un bacino di utenza variabile a seconda delle stagioni dell’anno”. Per la costruzione del depuratore è stata usata la tecnologia MBBR (Moving Bed BiofilmReactor) la cui caratteristica principale è una composizione a unità addizionabili. “Il vantaggio finale è notevole in quanto sono state costruite tre linee che possono essere inserite o disinserite a seconda della necessità del momento con un notevole risparmio energetico. Tale e tanta è l’efficienza del processo che l’impianto ha ricevuto autorizzazione a scaricare direttamente a lago”.