(Rinnovabili.it) – Un team di ricercatori provenienti da 14 differenti istituti hanno presentato e discusso i risultati di uno studio dopo 3 anni di ricerche concentrate sulle tematiche inerenti l’acqua, i conflitti che la coinvolgono e la sicurezza nell’area del Mediterraneo, del Medio Oriente e della regione del Sahel, in Africa.
Il progetto, battezzato CLICO, riunisce per la prima volta alcuni dei maggiori ricercatori al mondo esperti in risorse idriche, sicurezza e vulnerabilità dell’acqua e dell’approvvigionamento.
Il progetto, che nello specifico esplora le dimensioni sociali dei cambiamenti climatici e dei conflitti legati all’acqua, si interessa anche di come queste influenzino nel concreto la sicurezza nazionale e umana.
Condotto dall’Institute for Environmental Science and Technology (ICTA) dell’Universitat Autònoma de Barcelona (UAB), e finanziato dal Settimo programma quadro dell’Unione europea (7 ° PQ).
Particolarmente delicata nell’area del Mediterraneo, la situazione potrebbe peggiorare nel corso dei prossimi anni, andando ad influenzare negativamente anche le regioni limitrofe e mettendo a repentaglio la sicurezza delle popolazioni vulnerabili alla siccità e alle inondazioni. Da qui il timore e il pericolo che si possano generare guerre per l’acqua, che metterebbero in pericolo l’intera situazione nazionale.
Secondo la ricerca, i paesi con buone istituzioni sono meno soggetti a sviluppare violenza a causa dell’acqua, e le popolazioni nei paesi con il benessere forte e sistemi di sicurezza civili soffriranno molto meno di disastri climatici rispetto a quelli dei paesi in via di sviluppo, dove la povertà è spesso la causa della disperazione che porta alla gestione violenta delle situazioni critiche.
Presentato nel corso della conferenza di Cipro, lo studio invita i politici a fare attenzione alla situazione idrica dei propri paesi per garantire l’approvvigionamento sicuro e l’incolumità dei cittadini in caso di pericolo.