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Così l’acqua porta via pezzi di Europa (e soprattutto di Italia)

L’erosione del terreno da parte dell’acqua coinvolge 970 milioni di tonnellate l’anno nell’Unione europea. L’Italia ha il tasso più alto di tutti

Così l'acqua porta via pezzi di Europa (e soprattutto di Italia)

 

(Rinnovabili.it) – L’acqua si mangia 970 milioni di tonnellate di terra l’anno in Europa, una superficie pari alla città di Berlino ma spessa un metro. Lo afferma un rapporto del Joint Research Centre della Commissione europea. Il fatto è piuttosto grave, soprattutto se rapportato alla lentezza con cui invece la terra si riforma: servono 100 anni perché l’estensione cresca di un centimetro.

Questa erosione così rapida si avverte soprattutto in Italia, Paese in testa alla classifica con 8.46 tonnellate per ettaro perse tutti gli anni. Seguono Slovenia (7.43) e Austria (7.19). La media europea è drasticamente inferiore, anche se confrontata con i tempi di crescita non c’è paragone. Il continente viene rosicchiato a un ritmo di 2.46 tonnellate per ettaro, e a farne le spese sono soprattutto i terreni agricoli, più vulnerabili.

La perdita di terra impatta su ecosistemi, produzione alimentare, acqua potabile, stock di carbonio e biodiversità: per questo la ricerca sottolinea la necessità di una gestione più sostenibile del territorio. Gli autori dello studio raccomandano che le misure coprano il 24% del suolo europeo che perde in media due tonnellate per ettaro.

 

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Ma di chi è la colpa di questa massiva erosione della terra? Le responsabilità sono suddivise tra precipitazioni e uso del territorio insostenibile da parte dell’uomo. Le terre coltivate, con un tasso di erosione pari a 3.24 tonnellate per ettaro, rappresentano il 68,3% delle perdite totali. Al contrario, nelle zone forestate il fenomeno incide per un misero 1%. È la mano dell’uomo, quindi a contribuire in larga parte all’erosione, con pratiche agricole inadeguate e deforestazione.

 

Le previsioni del Joint Research Centre dicono che la perdita del suolo per erosione idrica dovrebbe diminuire dal 2050, ma tutto è legato ad una gestione più sostenibile del territorio. Se non vi sarà un cambio di rotta, questa previsione potrebbe non realizzarsi. Il continente ha già preso una direzione contraria, ad esempio, decidendo di aumentare le coltivazioni per la produzione di cibo e biocarburanti. Inoltre, ci si metterà anche il cambiamento climatico, con un aumento atteso dell’erosività delle piogge pari al 10-15% entro metà secolo.