(Rinnovabili.it) – Quanto ci costa l’acidificazione degli oceani? Oltre a pagare in termini di perdita di biodiversità il pianeta deve affrontare anche importanti costi economici per far fronte ai danni causati a mari e oceani dall’aumento della concentrazione di anidride carbonica.un recente studio delle Nazioni Unite ha affermato che i livelli di CO2 in aumento stanno portando a danni ambientali irrimediabili, con costi per l’economia mondiale che si aggirano intorno al trilione di dollari annui entro il 2100. A cambiare saranno anche le operazioni commerciali che ruotano intorno al business dei mari, una minaccia per la stabilità economica di molti paesi.
Gli squilibri nella chimica oceanica sta già producendo impatti biologici in settori come il Pacifico nord-occidentale degli Stati Uniti, dove nei vivai di ostriche si sta verificando il più alto livello di mortalità larvale mai registrato, si legge nel documento. “Le specie immediatamente colpite sono quelle che si costruiscono un guscio”, ha spiegato Emily Jeffers, avvocato del Center for Biological Diversity. “Quando l’acqua diventa più acida è più difficile formare e mantenere quel guscio, e si deve spendere energia che altrimenti verrebbe impiegata per lo sviluppo, l’acquisizione di cibo o la riproduzione.”
Una delle più significative minacce economiche è a carico delle piccole comunità costiere di pescatori, ha avvertito il documento, aggiungendo che queste conseguenze influenzeranno anche il più ampio settore della pesca nelle profondità oceaniche.
Ad essere particolarmente sensibili alle variazioni dell’acidificazione delle acque sono anche e soprattutto le barriere coralline, con un conseguente impatto economico dovuto alla perdita degli habitat necessari alla proliferazione delle specie ittiche. Con la diminuzione delle barriere coralline sarà inoltre compromessa la sicurezza delle coste, non più protette dalle onde normalmente frenate dalle barriere.