Gli Stati membri stanno portando avanti una gazzarra che rischia di lasciare indietro l'Ue nel processo di ratifica dell'accordo sul clima raggiunto alla COP 21
(Rinnovabili.it) – L’accordo sul clima siglato in pompa magna alla COP 21 potrebbe entrare in vigore senza l’adesione dell’Unione europea. Ha dell’incredibile la baruffa scoppiata in questi giorni, immediatamente precedenti il Consiglio europeo del 17-18 marzo.
Trattandosi di un “accordo misto”, esso prevede due passaggi: la ratifica del Parlamento europeo e quella di tutti Parlamenti nazionali. Gli Stati membri potrebbero iniziare il processo di ratifica non appena il testo verrà ufficialmente firmato a New York il 22 aprile.
Ma qui nascono i problemi. Alcuni ritengono che prima dell’ultimo via libera, gli Stati membri dovrebbero concordare le modalità per condividere gli sforzi necessari per raggiungere i loro obiettivi 2030. Paesi come la Polonia, ancorata al carbone più di ogni altro, hanno tutto da guadagnare dal rinvio della ratifica. I “falchi climatici” come la Francia, invece, chiedono di accelerare il processo, rimandando i negoziati sulla ripartizione degli impegni climatici a dopo il voto. Parigi ha ospitato il summit lo scorso dicembre, non ha intenzione di fare una figuraccia insieme a tutta l’Europa.
Perché il patto entri in vigore, infatti, è sufficiente che venga convalidato da almeno 55 Paesi che rappresentino minimo il 55% delle emissioni globali. Questo numero potrebbe essere raggiunto prima che la rissa interna agli Stati membri si sia conclusa.
Sarebbe una segno di debolezza ulteriore per chi si è professato fino a ieri leader nelle politiche sul riscaldamento globale, salvo poi rifiutarsi di rinforzare l’azione climatica dopo aver realizzato il probabile fallimento degli impegni.
Eppure, il tema in questione non sembra all’ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo. I leader degli Stati membri, dunque, non hanno intenzione di parlare del clima. Non adesso. Nessuno li obbliga, in effetti: hanno siglato un accordo non vincolante che lascia mano libera a tutte le parti aderenti. Come i più pessimisti avevano paventato, quel Protocollo si sta rivelando un pezzo di carta senza valore, una dichiarazione d’intenti che chiunque può liberamente disattendere senza incorrere in sanzioni.