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23 nazioni fanno squadra per migliorare l’Accordo sul clima di Parigi

Dalla Francia al Cile passando per le Maldive e le Isole Marshall: 23 Paesi firmano la "Dichiarazione per l'ambizione”, promettendo di rivedere gli obiettivi climatici entro il 2020

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Nuovi sforzi per accelerare il percorso dellAccordo sul clima di Parigi

(Rinnovabili.it) – Allo stato attuale gli impegni presentati dalle maggiori economie al mondo non sono sufficienti a rispettare gli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi. Un elemento noto alla scienza, all’Onu e agli stessi firmatari dell’accordo. Quello che servirebbe è una nuova ambizione, la stessa che guida, almeno a parole, le 23 nazioni firmatarie della “Declaration for Ambition”. Quasi in concomitanza con la chiusura del vertice sull’Azione per il clima organizzato da Unione Europea, Canada e Cina, la Francia, il Regno Unito, la Spagna e un’altra ventina di Paesi hanno promesso di assumersi la leadership nella lotta al riscaldamento globale. Insieme prenderanno le redini dei colloqui internazionali con l’obiettivo di fissare, entro il 2020, nuovi e più severi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra come parte dell’Accordo sul clima di Parigi. “Ci impegniamo a esplorare le possibilità di rafforzare la nostra ambizione”, hanno affermato congiuntamente Argentina, Gran Bretagna, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Danimarca, Etiopia, Fiji, Finlandia, Francia, Germania, Maldive, Isole Marshall, Messico, Monaco, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Ruanda, Santa Lucia, Spagna e Svezia.

 

La dichiarazione chiede al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres di “concentrare il vertice sul clima in programma per settembre 2019 sulle possibilità di fornire NDC (gli impegni climatici nazionali) potenziati entro il 2020”. Poche parole in tutto per promettere di incoraggiare strategie a lungo termine per la riduzione delle emissioni e nuovi fondi e investimenti in progetti che aiutino i target dell’accordo sul clima di Parigi. “Invitiamo altri paesi a unirsi a noi nell’esprimere il loro desiderio di guidare dal fronte”, si legge nel testo. “Questa dichiarazione dimostra che i paesi comprendono l’urgenza dell’azione climatica e stanno attivamente cercando di prendere impegni più grandi e più audaci”, spiega David Waskow del think-tank del World Resources Institute. Impegno, però, che a oggi per alcuni compare solo sulla carta. Basti pensare alla Germania: fino a ieri campione ambientale, oggi figura agli ultimi posti nella classifica delle politiche climatiche europee. Berlino non solo ha fallito l’obiettivo 2020, ma sta facendo di tutto all’interno dei negoziati UE sul pacchetto Energia 2030, per rallentare l’approvazione di target ambiziosi.