L'Agenzia dell'Onu per il trasporto marittimo raggiunge un pessimo accordo: previsto un tetto agli SOx (limitando la percentuale di zolfo nei combustibili) ma nessun limite alla CO2
(Rinnovabili.it) – Un tetto al contenuto di zolfo nei combustibili, ma nulla di fatto per la CO2. L’accordo sulle emissioni delle navi firmato ieri a Londra nasce monco e tra le polemiche, siglato in tutta fretta a 10 giorni dall’inizio della COP22 a Marrakesh. Sia l’inquinamento del traffico navale sia quello aereo erano stati lasciati fuori dal testo dell’Accordo di Parigi lo scorso dicembre. Ma la prospettiva di vedersi imporre regolamenti stringenti, senza avere piena libertà di manovra, durante il prossimo meeting sul clima, ha spinto l’industria navale, come poche settimane fa quella dei trasporti aerei, a trovare rapidamente un’intesa.
Così l’Organizzazione marittima internazionale (IMO), agenzia delle Nazioni Unite responsabile per la regolamentazione dell’inquinamento provocato dalle navi riunita questa settimana a Londra, ha prodotto ieri solo un accordo sulle emissioni di SOx. La decisione riguarda la qualità di raffinazione del combustibile: il contenuto di zolfo dovrà scendere dall’attuale 3,5% al nuovo limite massimo dello 0,5%. La soglia diventerà obbligatoria a partire dal 2020.
Il trasporto marittimo è una delle maggiori fonti di emissioni di SOx, seconda solo all’industria energetica, con il 13% del totale globale. Il carburante finora usato dalle navi è il più sporco al mondo: può contenere una quantità di SOx fino a 3.500 volte più alta di quella permessa dagli standard diesel per i veicoli europei. Anche la quota di emissioni di NOx del comparto è un rilevante 15%, mentre la CO2 pesa per il 2,2% delle emissioni globali (una fetta più grande di quella del trasporto aereo).
Per quanto riguarda l’anidride carbonica, però, non è stato fissato alcun paletto. L’Ue ha provato a esercitare pressioni in merito tramite la commissaria ai Trasporti Violeta Bulc, che comunque non si è spinta oltre la raccomandazione di raggiungere un’intesa sul tema entro il 2018.
Al momento attuale, le emissioni delle compagnie di navigazione sono stimate in circa 1 miliardo di t di CO2 ogni anno, ma potrebbero crescere fino a diventare il 17% del totale globale nei prossimi tre decenni. Un aumento che gli osservatori stimano tra il 50 e il 250% entro il 2050 con uno scenario business as usual, cioè senza interventi per limitarle.