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Accordo di Parigi ratificato da 60 Paesi: Italia dove sei?

Superato il requisito delle 55 ratifiche, ma i Paesi che hanno approvato il trattato non coprono ancora quel 55% di emissioni necessario all’entrata in vigore. UE e Italia, i ritardatari

Accordo di Parigi ratificato da 60 Paesi: Italia dove sei?

 

(Rinnovabili.it) – “Quello che una volta sembrava impossibile è ormai inevitabile”. L’entusiasmo che il  Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, fa trapelare dal palco dell’Assemblea generale dell’ONU è dedicata ad uno dei grandi traguardi  per la storia ambientale del pianeta: l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, adottato dalla COP 21 lo scorso dicembre, ha finalmente 55 ratifiche, uno dei requisisti fondamentali perché possa entrare in vigore. Per la precisione sono 60 i Paesi che ad oggi hanno dato formalmente la loro adesione, depositando gli strumenti di ratifica, compresi i due grandi inquinatori, Cina e Stati Uniti.

 

E se i presidenti Xi Jingping e Barack Obama avevano preferito i riflettori del vertice di G20 di Hangzhou per convalidare il trattato climatico, molti altri (31 in tutto) hanno scelto l’odierna Assemblea Onu per consegnare la propria ratifica. Dalla lista però mancano nomi importanti: l’Italia, così come l’Unione Europea, risultano ancora solo firmatari.

Un’assenza pesante e non solo per questioni di leadership ambientale a cui Bruxelles sembra ormai aver abdicato. Perché l’accordo di Parigi entri in vigore è necessario che sia ratificato da 55 Paesi ma anche che questi siano responsabili di almeno il 55% delle emissioni globali. Ma come sottolineato dallo stesso Ban Ki-moon, i 60 Paesi firmatari rappresentano ancora solo il 47,62% delle emissioni.

 

“L’Italia – afferma Luca Iacoboni, responsabile Campagna Energia e Clima per Greenpeace –  si è impegnata a ratificare l’accordo entro l’anno, ma decisamente non è abbastanza. Oltre agli annunci è il momento di passare ai fatti, puntando finalmente in maniera decisa sulle energie rinnovabili e abbandonando i combustibili fossili, e prendendo finalmente una posizione ambiziosa e propositiva all’interno dell’Unione Europea. L’Italia dimostri finalmente leadership e concretezza nell’affrontare il tema dei cambiamenti climatici”.

 

Presente alla cerimonia al Palazzo di Vetro, il segretario di Stato americano John Kerry si è detto fiducioso che il secondo requisito sarà raggiunto prima dell’apertura della Conferenza Cop 22 sul clima il 7 novembre a Marrakesh in Marocco. Gli fa eco Ban “sono sicuro che nel momento in cui lascerò l’ufficio [il suo secondo mandato quinquennale termina il 31 dicembre] l’accordo di Parigi sarà entrato in vigore”.