Sottoscritto accordo biennale, per oltre 1 mln di euro l'anno, da Corepla, Conai, Assobioplastiche e il Consorzio Italiano Compostatori. Obiettivo: favorire e migliorare la gestione ambientale degli imballaggi in plastica
(Rinnovabili.it) – L’Italia è stata una delle prime in Europa a produrre bioplastiche, ovvero polimeri biodegradabili che in grado di essere metabolizzati dai microorganismi in composti come anidride carbonica, acqua e biomasse. Per conservare questo vantaggio competitivo però l’attenzione e l’azione sul tema vanno mantenute alte. Ecco perché appare fondamentale il nuovo Accordo di programma promosso da Corepla, Conai, Assobioplastiche e il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) e stipulato questa mattina a Roma. L’intesa, che sottolinea ancora una volta l’impegno del comparto plastica italiano sul fronte qualità, ha un obiettivo preciso: favorire e migliorare la gestione ambientale degli imballaggi in plastica biodegradabili e compostabili.
E per non mancare il bersaglio, Corepla – il Consorzio nazionale per la raccolta, riciclo e recupero degli imballaggi in plastica – stanzierà 1 milione e 500 mila euro l’anno, per due anni. Cifra considerevole che servirà ad agire in maniera capillare su tutti i nodi della filiera del riciclo organico supportando l’attività di monitoraggio, ricerca e sperimentazione, anche in relazione alle diverse soluzioni impiantistiche esistenti e al maggior conferimento di imballaggi in plastica biodegradabili e compostabili.
L’accordo di programma, della durata biennale, prevede anche di aiutare i Comuni nei piani d’inclusione di questi prodotti a fine vita nei servizi di raccolta differenziata dei rifiuti organici e di implementare l’attività di ricerca universitaria istituendo e finanziando specifici progetti di ricerca. Attenzione verrà data anche al consumatore, attraverso campagne informative e di sensibilizzazione alla buona gestione così come alla prevenzione. Maggior qualità della raccolta differenziata, infatti, si traduce in maggior quantità di materiale riciclato, quindi nuova materia prima e nuova economia.
“E’ nella natura della plastica essere multiforme – commenta Giorgio Quagliuolo, Presidente del Consorzio Corepla – Ma è il fine vita a fare la differenza”. E lo sa bene il consorzio che, negli anni, ha ottenuto performance di rilievo nella raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica “tradizionali”. Nel 2014 infatti, al 99% del materiale raccolto è stata evitata la discarica, con ben 450 mila tonnellate di rifiuti di imballaggio destinati al riciclo; cifra che si alza a 790 mila se si considerano anche i quantitativi riciclati da operatori industriali indipendenti. “Con questo accordo andiamo ad aggiungere un importante e innovativo strumento. A favore del cittadino, dell’amministrazione pubblica e delle imprese per una vera e fattiva cultura del riciclo in un’economia sempre più circolare”, aggiunge Quagliuolo.
Ostacoli da superare però sono ancora presenti: come ricorda Marco Versari, Presidente di Assobioplastiche oltre la metà dei prodotti commercializzati sono infatti ancora fuori legge (dati della società di ricerca Plastic Consult) danneggiando di fatto la filiera industriale e gli operatori commerciali. In tal senso l’accordo “permetterà di fare informazione sulla corretta differenziazione tra rifiuto plastico e bioplastiche, in considerazione del ruolo fondamentale che queste ultime rivestono nella raccolta della frazione organica dei rifiuti”.
“Recupero, riciclo – e riuso – afferma il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – sono i cardini della corretta gestione dei rifiuti e dell’economia circolare, l’unica possibile per il futuro […] Possiamo raggiungere anche noi il risultato che altri Paesi hanno già conseguito: arrivare a discariche zero”.