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Terra Futura, un altro mondo è possibile

Con un bilancio di ben 80mila visitatori si è chiusa sabato la nona edizione della mostra convegno che mette insieme le buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale

Terra Futura, mostra-convegno sulle buone pratiche e sulla sostenibilità che si è tenuta a Fortezza da Basso a Firenze ha vissuto tre giorni intesi di incontri, convegni, dibattiti e iniziative. Il bilancio finale della 9^ edizione è di oltre 80mila visitatori, 550 le aree espositive e circa 4000 gli enti rappresentati (associazioni, reti e movimenti, cooperative, enti e istituzioni, imprese eticamente orientate), 250 gli appuntamenti culturali che hanno visto l’intervento di quasi 1000 relatori, 230 i laboratori e i momenti di animazione, 600 gli incontri della “Borsa delle imprese responsabili”, che ha visto la partecipazione di 120 realtà e ha voluto favorire nuove opportunità di green&social business. Si tratta di numeri che dimostrano una crescita costante del settore, a dimostrazione che questi argomenti, anche se con fatica, si stanno imponendo come priorità nella vita delle persone e di conseguenza anche nell’agenda dei Governi.

Ancora una volta da Terra Futura arriva un messaggio e insieme una conferma: esiste un panorama ampio e diversificato di buone pratiche che, facendo economia reale, mette al centro le persone e la loro dignità, ridà valore al lavoro, rispetta l’ambiente e tratta le risorse naturali come bene comune da salvaguardare, dice con il proprio impegno quotidiano il suo forte “no” alle mafie, allo strapotere della finanza speculativa. C’è un modello nuovo complessivo a cui guardare e in via di costruzione: un nuovo modo di pensare e di fare economia, di produrre e di consumare, di gestire il territorio, di governare, di tessere le relazioni sociali, di vivere la propria quotidianità di cittadini compiendo scelte di responsabilità ed esercitando il diritto alla partecipazione e la democrazia. Terrà Futura si candida a rappresentare così uno dei laboratori più interessanti e ricchi di idee di quanti credono che non esista un “solo” modo di vivere e soprattutto di gestire la cosa pubblica. Dalla Fortezza da Basso di Firenze si è alzata una gioiosa ribellione contro il pensiero unico e le sue nefaste ricette per uscire dalla crisi. Proprio la Crisi attuale, prima finanziaria e poi economica, ha in qualche modo contrassegnato i tre giorni di convegni, incontri e dibattiti. Un altro mondo è possibile e a Firenze se ne sono visti in lontananza i contorni.

Dopo la giornata inaugurale contrassegnata dalla presenza di due donne che hanno fatto la storia culturale di questo secolo, Vandana Shiva e Susan George, i lavori sono proseguiti con altrettanto profondità ed interesse. Di seguito una sintesi degli argomenti più interessanti trattati nelle giornate successive:
LEGALITA’, EQUITA’ E LAVORO – Presenti all’incontro Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Roma, Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria e già presidente di Confindustria Sicilia e il sociologo nonché opinionista de Il Manifesto Marco Revelli.

I lavori si sono aperti con la presentazione del “Progetto San Francesco”, voluto dalla Cisl per creare un Centro studio sulle mafie.

”Due dei più grandi problemi del nostro Paese sono la criminalità organizzata e l’evasione fiscale‘ – ha detto Pignatone -. Per combattere entrambi bisogna intervenire sui canali del riciclaggio. Lo si può fare soltanto promuovendo una grande iniziativa culturale che metta nelle condizioni ognuno di ribellarsi, nel proprio piccolo, a questi sistemi.”.

Anche per Lo Bello ”la distorsione di alcune regole sta alla base delle grandi patologie del Paese: la presenza delle mafie e l’abnorme rilievo della corruzione e dell’evasione creano degrado civile e abbassano l’idea di interesse generale. Queste anomalie italiane creano una distorsione del sistema economico, bruciano ricchezza ed erodono la qualità della convivenza civile. Però – ha continuato l’ex presidente di Confindustria Sicilia – il mondo economico siciliano oggi ha messo in campo profondi processi di innovazione, molto significativi, con una visione moderna del sud del Paese. Questo credo che sia l’elemento più importante di questa bella stagione di rinascita siciliana”.

 

RIO +20 – Il tema è stato al centro di un convegno sempre nella seconda giornata di Terra Futura, presenti, tra gli altri, Maurizio Gubbiotti, coordinatore nazionale segreteria Legambiente.

Rio+20 sarà l’occasione, a vent’anni dal primo Earth summit delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo, per affrontare il tema della crisi economica e il fenomeno della liberalizzazione dei mercati.

”Le prime bozze di documento in vista del vertice di giugno si focalizzano giustamente sull’importanza della Green economy e delle sue potenzialità di sviluppo – ha detto Gubbiotti -. Ma lasciano troppo poco spazio alla necessità di rivedere alla radice il sistema economico corrente: concetti come ‘giustizia climatica e sociale’, ‘sovranità alimentare’, ‘mercati locali’, ‘economia ecologica’ sono ancora i grandi assenti del dibattito internazionale, perché presuppongono una rilettura del profilo di una socieà futura che non potrà tenere sganciate la giustizia sociale da quella ambientale”.

Tra le proposte messe in campo in preparazione a Rio, ci sono un’equa transizione che mobiliti risorse pubbliche e promuova gli investimenti privati nella fase di implementazione; un sistema di welfare state rapportato a bisogni di donne e uomini e di accompagnamento alla riconversione produttiva in green economy; la garanzia che le persone più vulnerabili abbiano adeguato accesso alle risorse naturali e che siano tutelati i loro diritti sull’uso di queste risorse; l’uso efficiente delle risorse naturali; la priorità alle fonti rinnovabili, alla internazionalizzare dei costi sociali e ambientali, a cicli di vita virtuosi dei prodotti, ad azzerare progressivamente le emissioni ed i rifiuti.