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Qual è l’impatto ambientale del Black Friday?

Qual è l’impatto ambientale del Black Friday?
Foto di romeosessions da Pixabay

Black Friday, ma quanto ci costi?

Il Black Friday riprende una tradizione degli Stati Uniti. È il venerdì che segue il Thanksgiving (il Giorno del Ringraziamento) che cade l’ultimo giovedì di novembre.

Tutto è iniziato nel 1924

Il primo Black Friday fu ideato dai grandi magazzini Macy’s nel 1924 per dare il via allo shopping in vista del Natale. Proponendo grandi sconti, i clienti arrivarono a frotte disposti a spendere nella convinzione di fare affari interessanti.

Il successo dell’iniziativa di Macy’s fu tale che altri esercizi commerciali la copiarono, fino a diventare un fenomeno di massa negli Stati Uniti al punto di diventare un evento di dimensioni nazionali. Negli ultimi anni, il Black Friday ha varcato l’Oceano e ormai ha preso piede anche in Italia.

Tra le ipotesi che riguardano l’origine del nome, forse potrebbe riferirsi a i libri contabili che si coloravano di nero (che corrisponde al guadagno, in rosso invece si segnano le perdite).

Al Black Friday, il lunedì successivo segue il Cyber Monday che riguarda soprattutto le offerte di prodotti digitali.

Il costo nascosto del Black Friday

Dato per scontato che si possa fare qualche acquisto a prezzo scontato, qual è il costo ambientale del Black Friday?

Ogni prodotto ha un’impronta carbonica verificabile legata alle attività di produzione, stoccaggio, distribuzione, energia degli impianti, spedizione delle materie prime e dei prodotti finiti, spostamenti dei dipendenti.

Ad esempio, secondo Transport& Environment, in Europa nel 2022 le emissioni del trasporto su camion nella settimana del Black Friday sono aumentate del 94% rispetto a una settimana media: quasi 600mila tonnellate in più nei giorni in cui il consumismo arriva alle stelle.

Esiste una soluzione? Amazon ha annunciato che aggiungerà più di 1.500 veicoli elettrici alla sua flotta europea, mentre Deutsche Post DHL ne aggiungerà 44. Ottimo, se non fosse che i camion elettrici rappresentano meno dell’1% di quelli circolanti.

Le emissioni derivanti dall’e-commerce

Chissà perché l’e-commerce crea l’illusione di non inquinare affatto, e questo a prescindere dal Black Friday.

Ma tornando alla golden week per gli acquisti, che diventa una black week per l’ambiente, la maggior parte dello shopping viene effettuato online, come ha dichiara il 72% degli italiani.

Anche questo non è esattamente indolore per l’ambiente. Passare ore su un dispositivo elettronico a caccia dell’affare migliore ha un’impronta carbonica rilevante a causa del consumo di energia elettrica, magari prodotta da fonti non rinnovabili.

E vogliamo parlare del trasporto delle merci dai magazzini ai clienti finali? Soprattutto quando c’è fretta di consegnare un pacco non è che si va tanto per il sottile: l’importante è rispettare la scadenza, e se aumenta l’impatto ambientale tanto peggio.

Quindi nel Black Friday si sommano due fattori negativi: maggiore sforzo logistico per consegnare più pacchi in poco tempo utilizzando mezzi più veloci.

Lo shopping compulsivo crea masse di rifiuti

Con la scusa che tutto costa meno, lo shopping compulsivo generato dal Black Friday ci fa comprare più di quello che servirebbe o che vorremmo: il risultato è che alla fine spendiamo di più e inquiniamo ancora di più.

Chi compra online sa che anche una penna arriva confezionata come una matrioska, quindi pensiamo anche allo smaltimento degli imballaggi; magari è preferibile comprare più articoli da accorpare in un unico invio.

Dopo questi concisi ragionamenti si arriva alla domanda chiave da farsi prima di un acquisto: ne ho bisogno, mi piace davvero? Se non siamo convinti di qualcosa, molto facilmente finirà presto nel secchio ad aumentare il volume dei rifiuti.

E se il Black Friday diventasse responsabile?

Non cadiamo nella trappola del sottocosto: nessuno regala niente. Meglio spendere qualcosa in più per un oggetto o un capo di abbigliamento di qualità, che dà garanzie di durata.

Attenzione, poi, a dispositivi elettronici o elettrodomestici venduti a prezzi stracciati: controlliamo sempre le caratteristiche tecniche e i consumi, potremmo avere brutte sorprese.

Perché non ridare vita a oggetti di seconda mano, perfettamente recuperabili? Oppure facciamo acquisti nelle aziende che usano materiali riciclati. Perché non premiare le aziende green?

C’è infine un altro aspetto che non viene mai considerato, e non solo in coincidenza con il Black Friday, ed è la desertificazione commerciale di cui parla UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani).

UNCEM esorta a non fare acquisti sulle piattaforme ma nei negozi del proprio territorio, che altrimenti sono destinati a scomparire, con grave danno all’economia del territorio e ai suoi abitanti.

Il tema, ovviamente, è più grave nei piccoli centri, ma riguarda anche i quartieri delle città. Perciò, anche in vista del Natale, facciamo acquisti nei negozi “reali” presenti sul territorio.

Quindi gratifichiamoci con un regalo (che in certi momenti fa pure bene all’umore) ma ricordiamo di acquistarlo in modo responsabile. Così non farà bene solo a noi, ma anche all’ambiente.

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