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WMO, emissioni di gas serra a livelli record

Secondo il rapporto della World Meteorological Organization dell'ONU, le emissioni di gas serra hanno raggiunto livelli record e non pare esserci alcuna inversione di tendenza

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Patricia Espinosa, Segretario Esecutivo della United Nations Framework Convention on Climate Change.

 

Tra i responsabili del balzo delle emissioni di gas, anche una produzione illecita di CFC-11

 

(Rinnovabili.it) – Secondo gli esperti di meteorologia dell’ONU, le emissioni di gas serra avrebbero raggiunto livelli record, con il biossido di carbonio, il metano e il protossido di azoto a livelli di gran lunga superiori a quelli preindustriali, senza alcun segno di inversione di tendenza. In un rapporto appena diffuso, infatti, la World Meteorological Organization, riporta che l’ultima volta che la Terra ha sperimentato una concentrazione simile di CO2 è stato 3-5 milioni di anni fa, quando la temperatura media era di 2-3 gradi più calda e il livello del mare 10-20 metri più alto di adesso. “La scienza è chiara – ha detto il segretario generale del WMO, Petteri Taalas – senza rapidi tagli alla CO2 e ad altri gas a effetto serra, i cambiamenti climatici avranno impatti sempre più distruttivi e irreversibili sulla vita sulla Terra”.

 

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Stando a quanto riportato nello studio, i livelli di CO2 sono saliti a una media globale di 405,5 parti per milione in atmosfera nel 2017, due volte e mezzo in più rispetto a prima della rivoluzione industriale. Quelli di metano, invece, un potente gas serra responsabile di circa il 17% del riscaldamento globale, sono ora 3,5 volte più alti dei tempi preindustriali a causa delle emissioni provenienti dall’allevamento dei bovini, dalle risaie e dalle perdite dai pozzi di petrolio e gas. L’ossido di azoto, infine, che riscalda anche il pianeta e distrugge lo strato protettivo di ozono della Terra, è ora più che doppio dei livelli pre-industriali e per il 40% proviene da attività umane, tra cui il degrado del suolo, l’uso di fertilizzanti e l’industria. Gli esperti del WMO hanno anche scoperto una produzione illecita di CFC-11, una sostanza chimica vietata che, oltre a contribuire al riscaldamento globale, distrugge anche l’ozono; secondo le indagini condotte, parte della produzione di questo gas climalterante sarebbe riconducibile alla Cina.

 

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Come spiegato dal vice segretario generale del WMO, Elena Manaenkova, la CO2 rimane nell’atmosfera per centinaia di anni e negli oceani ancora più a lungo, ma al momento non esiste un modo per rimuovere tutta quella in eccesso. Ma non ci è consentito scoraggiarci. Patricia Espinosa, a capo della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ha riferito che l’azione per il clima è stata intrapresa e che c’è la volontà a voler fare di più, ricordando alla comunità internazionale che non possiamo permetterci di disperarsi.