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Ennesimo veto della Russia al santuario marino in Antartide

La voracità dell’industria ha nuovamente fatto saltare il banco dei negoziati fra 24 Paesi per la creazione di un santuario marino nell’oceano meridionale

Ennesimo veto della Russia al santuario marino in Antartide

 

(Rinnovabili.it) – Ancora una volta, l’opposizione russa ha impedito la creazione di un santuario marino in Antartide, facendo fallire le trattative in seno alla Commissione per la conservazione delle risorse biologiche dell’Antartico (CCAMLR).

Il gruppo di 240 delegati, fra scienziati marini gestori di risorse e responsabili politici provenienti da 24 Paesi, si incontra ogni anno a Hobart, in Australia, per discutere della costituzione della riserva marina. Ma da quando si è formata, la CCAMLR fallisce regolarmente l’obiettivo. La Russia fa valere tutte le volte il suo potere di veto e il negoziato si risolve sempre in un nulla di fatto. È successo anche quest’anno, dopo dieci giorni di vertice (il 34°, iniziato il 19 ottobre e terminato ieri).

Gli ambientalisti che difendono la creazione del santuario marino nel Mare di Ross sono molto delusi. Alla vigilia di un momento importante come la COP 21 speravano di ottenere finalmente un successo. Tuttavia, hanno anche espresso speranze per l’incontro del prossimo anno. Infatti la Cina, di solito a braccetto con la Russia nel far saltare il banco, per la prima volta ha sostenuto la proposta.

«A differenza degli altri anni, quando siamo rimasti a mani vuote, adesso abbiamo l’impegno della Cina», ha detto Rodolfo Werner, consulente delle ONG Pew Charitable Trusts e Antarctic  Southern Ocean Coalition (ASOC).

 

Ennesimo veto della Russia al santuario marino in Antartide 3L’attivista ha spiegato che il cambio di posizione del Dragone è motivato dal fatto che sono state introdotte modifiche alla proposta originaria, in modo da far sì che includa le richieste cinesi. Ad esempio, ora sarebbe consentita la pesca in una zona che precedentemente la bozza di accordo avrebbe vietato. Gli obiettivi dell’industria, che condiziona la politica nei negoziati, sono l’austromerluzzo dell’Antartico e della Patagonia, il pesce del ghiaccio e il krill antartico. Secondo Sea Sheperd «c’è ancora tempo per rimediare alle mancanze del Trattato Antartico. Dal momento che il continente è per il momento al sicuro dallo sfruttamento minerario e dall’utilizzo militare, i mari circostanti dovrebbero anch’essi essere protetti da ogni tipo di sfruttamento. La regione della CCAMLR dovrebbe essere trasformata in una riserva marina con divieto assoluto di pesca».

Secondo le previsioni più ottimistiche, la riunione del 2016 dovrebbe superare le obiezioni della Russia, che cattura grandi quantità di austromerluzzo nel Mare di Ross, e stabilire una riserva marina in quella zona.

 

Le proposte al vaglio del gruppo sono due: una portata avanti da Stati Uniti e Nuova Zelanda, che intenderebbe proteggere un’area di circa 1,5 milioni di chilometri quadrati nel mare di Ross, l’altra spinta da Australia, Francia e Unione europea, che invoca la realizzazione di un santuario marino da un milione di chilometri quadrati nelle acque orientali dell’Antartide.

L’Oceano meridionale è patria di oltre 10 mila specie uniche, tra cui la maggior parte di pinguini, balene, uccelli marini, calamari giganti e austromerluzzi.