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Alimentazione: si fa presto a dire bio

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(Rinnovabili.it) – Sembra che gli italiani siano gli unici a parlare di cibo anche quando sono a tavola. Sicuramente siamo dei privilegiati, perché il gusto e la qualità delle nostre materie prime hanno reso la cucina italiana famosa nel mondo. Ma è importante parlare di alimentazione anche perché fa parte della cultura e delle tradizioni di un paese, ne racconta la storia e l’evoluzione della sua popolazione. Mangiare insieme è un segno di amore, di amicizia e aiuta a capire le persone.

La proposta del direttore della testata, Mauro Spagnolo, di dedicare uno spazio all’alimentazione ha trovato tutti favorevoli, essendo appassionati e curiosi di cibi e di cucina. Tuttavia, dopo l’entusiasmo iniziale, ci siamo resi conto che parlare seriamente di alimentazione in chiave sostenibile non è così facile perché non si tratta di suggerire nuove ricette, ma di comprendere cosa c’è dietro a quello che mangiamo. Significa cercare di capire come sta cambiando l’idea di alimentazione e tutto quello che in qualche modo è legato al tema: dagli ingredienti alle pentole, dai nuovi elettrodomestici alle colture. E le nuove tendenze, dal vegetariano al vegano, come si conciliano con le tradizioni della nostra cucina regionale? Per non parlare del famigerato olio di palma, dei lieviti, del glutine…

 

Siamo diventati più attenti a quello che mettiamo nel piatto e disponibili a spendere qualcosa in più per mangiare in modo sano. Il rovescio della medaglia è che ci sono prodotti che si definiscono biologici e che non lo sono affatto, altri che hanno prezzi astronomici. Il primo passo è capire chi stabilisce le regole che definiscono un cibo biologico e chi effettua i controlli: quali sono i requisiti per essere bio?

 

Come sempre, ci deve guidare il buonsenso. Diffidiamo degli integralismi e documentiamoci meglio. Il primo passo è leggere le etichette con attenzione: ad esempio, un prodotto che si dichiara biologico e non ha le certificazioni è una truffa da lasciare sullo scaffale. Quante famiglie possono permettersi di fare acquisti in un negozio bio? Va bene che non è la solita pasta, ma se un pacco da mezzo chilo viene venduto a quattro euro, non è certo per tutte le tasche.

 

Ormai si è persa l’abitudine alla stagionalità di frutta e verdura. Perché comprare le pesche a gennaio o i cavolfiori a luglio? Sembra una banalità, ma significa acquistare prodotti che vengono da lontano (quindi tenuti in celle frigorifere con sostanze conservanti) e producono inquinamento per il trasporto, oppure che sono il risultato di coltivazioni forzate nelle serre.

A monte di tutto questo, quali sono le scelte della nostra politica agricola? Qual è l’impatto dei cambiamenti climatici sull’agricoltura? Quali campi predilige la ricerca agroalimentare? Gli chef stellati, le cui opinioni sono considerate verità incontestabili, che posizione assumono? Ma soprattutto cosa può fare ognuno di noi per combattere lo spreco di cibo?

 

In questa sezione “Food” cercheremo di farvi conoscere meglio un mondo ricco di premesse per un futuro sostenibile: perché anche le nostre scelte alimentari possono fare la differenza. La sostenibilità alimentare è uno dei principali requisiti per garantire il futuro dell’umanità, insieme a quello dell’acqua potabile e dell’energia. Un tema appassionante – e molto discusso in tutto il pianeta – in cui concorrono problematiche vitali come l’accesso per tutti a una corretta alimentazione, la sperequazione della risorsa cibo e il suo crescente spreco, il consumo di alimenti sani e le sue ripercussioni sulla salute dell’uomo, le pratiche intensive nell’agricoltura e negli allevamenti, le modifiche genetiche, il contenimento dell’impatto ambientale.

Con questa consapevolezza, tanta umiltà e qualche dubbio, intendiamo trattare il settore dell’alimentazione sostenibile. Cercheremo di andare al di là dei luoghi comuni e dei preconcetti fornendo un servizio basato sempre su fonti scientifiche verificate e provenienti da università, enti di ricerca e organismi accreditati. Indagare sui valori della sostenibilità ambientale e sociale dell’alimentazione sarà quindi la nostra nuova grande scommessa.