Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione "Clean Air for All", individuando tre settori strategici per abbattere i livelli di inquinanti dannosi nell'atmosfera
Incentivi alla mobilità condivisa, ma anche tutela dei consumatori da eventuali nuovi scandali “dieselgate”: il piano di Strasburgo per abbattere le emissioni
(Rinnovabili.it) – Il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione non vincolante “Clean Air for All” che invita tutti gli Stati membri a innalzare gli standard relativi alla qualità dell’aria e alle emissioni nocive prodotte dal settore trasporti, agricolo ed energetico.
Secondo quanto riportato nella risoluzione, approvata con 446 voti favorevoli, 146 contrari e 79 astenuti, l’inquinamento atmosferico è una questione di valenza transfrontaliera e come tale ricade sotto le competenze comunitarie: a breve la Commissione europea dovrebbe aggiornare la direttiva Ambiente e Qualità dell’Aria coordinandola agli standard fissati dall’Organizzazione mondiale della Sanità, in particolare per quanto riguarda le emissioni di particolato (PM2.5), ossido di zolfo e livelli di ozono.
Per quanto riguarda il settore dei trasporti, la risoluzione invita gli Stati Membri a incentivare la mobilità condivisa e quella a basse o con zero emissioni, investendo nel mercato delle auto elettriche così come nella rete di ricarica sia in luoghi pubblici che privati, garantendo l’utilizzo di energia rinnovabile.
Oltre a promuovere la mobilità sostenibile, condivisa e a basse o zero emissioni, la risoluzione invita gli Stati Membri a considerare l’utilizzo di tecnologie digitali come il pedaggio elettronico e l’e-ticketing nel definire i prezzi delle nuove vetture, secondo il principio “chi inquina paga”.
Il documento chiede all’Ue di sviluppare procedure di ricorso collettivo per proteggere i consumatori in caso di eventuali futuri scandali delle emissioni delle automobili, mentre, ai produttori spetterebbe riaggiornare i veicoli non conformi a proprie spese.
Si invita, inoltre, a tenere in considerazione dei reali livelli di inquinamento misurati su strada, piuttosto che di quelli rilevati in fabbrica, integrando i dati sulle emissioni dei gas di scarico con quelli provenienti da altre componenti deteriorabili di veicoli come gli pneumatici o le pastiglie dei freni.
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Nel settore agricolo, la risoluzione chiede di vincolare i finanziamenti del fondo di politica agricola comune (CAP) a misure obbligatorie per ridurre l’inquinamento atmosferico. Sotto osservazione l’attuale filiera di produzione alimentare, responsabile di un eccesso nelle emissioni di ammoniaca (il 94% delle emissioni comunitarie di NH3 proviene dal settore agricolo), protossido d’azoto e metano (con il 40% di emissioni dovute all’agricoltura).
Per quanto riguarda la produzione energetica, il documento ricorda come oltre metà delle emissioni di diossido di zolfo e 1/5 di quelle di ossido d’azoto sono da scrivere alla produzione di energia; in particolare gli impianti di produzione alimentati a carbone o lignite sarebbero responsabili del 62% delle emissioni di mercurio nella Ue. In questo scenario, la risoluzione accoglie con favore l’impegno per la decarbonizzazione assunto da dieci Stati membri e invita gli altri componenti dell’Ue a raggiungere l’obiettivo entro il 2030.
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