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L’UE si rivolge alla Cina per rafforzare l’Accordo di Parigi

Dopo l'uscita di Trump dall'Accordo di Parigi, domani è attesa una dichiarazione congiunta tra Pechino e Bruxelles per salvare il patto climatico. Ma è solo un pretesto?

accordo di parigi

 

(Rinnovabili.it) – Questa sera alle 21, ora italiana, Donald Trump annuncerà il probabile ritiro dall’accordo di Parigi sul clima. Lo scacchiere geopolitico è in fermento per la notizia, con l’Unione Europea e la Cina intenzionate a porsi alla guida del processo di implementazione del protocollo. Domani è prevista una dichiarazione congiunta di questa “strana coppia”, che si propone di salvare il patto climatico dalle bizzarrie del presidente USA. I 28 stati membri hanno supportato la dichiarazione (la prima su cui i due blocchi convergono) che verrà diffusa durante un vertice a Bruxelles. Sul tavolo, Cina e Unione Europea metteranno l’impegno a tagliare il consumo di combustibili fossili, sviluppare tecnologie più green e contribuire a raccogliere i 100 miliardi di dollari l’anno entro il 2020 per aiutare i paesi più poveri ridurre le emissioni.

 

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Normalmente il summit annuale si tiene in luglio, ma Pechino ha chiesto di anticipare i tempi dopo le dichiarazioni del presidente Xi Jimping al World Economic Forum di Davos, che a gennaio si è proposto come campione del libero scambio in risposta alla presa di posizione apparentemente protezionistica di Trump. La Cina, che ormai ha superato gli Stati Uniti per emissioni di gas serra, si dice pronta a sostenere l’Unione Europea nonostante le tensioni su altre questioni, dai diritti umani al commercio.

Sul tema del clima, dunque, si profila un asse euroasiatico che spinge l’Europa nelle braccia dei cinesi e lontano dagli Stati Uniti. Gli scettici, tuttavia, lo considerano più che altro un tentativo di utilizzare Parigi come pretesto per riavviare il dialogo sul dossier commercio, che ha visto finora una battaglia europea per frenare il flusso di merci a basso costo provenienti dalla Cina. Anche Bruxelles, infatti, pur cautamente, vuole ottenere un trattato di investimento con Pechino per aprire il grande mercato cinese alle aziende europee e rimuovere barriere tariffarie e non.