In Europa, le emissioni causate dal degrado del suolo ammontano a 173 milioni di CO2. L'iniziativa SOS Soil lancia una sfida ai politici europei per la tutela delle sostanze organiche, risorse vitali e non rinnovabili
Pratiche di tutela del suolo a prova di crisi climatica, questo lo scopo dell’iniziativa promossa da Ecn e Cic
(Rinnovabili.it) – Anche il terreno emette CO2, soprattutto se perde le sue sostanze organiche. A portare all’attenzione i rischi a cui è sottoposto questo grande “magazzino” del carbonio è l’iniziativa europea SOS Soil “Save Organics in Soil”, promossa a Bilbao dall’European compost network (Ecn) e dal Consorzio italiano compostatori (Cic) per la tutela del suolo e del suo ruolo in ambito ecosistemico.
L’obiettivo dell’iniziativa è mettere in evidenza l’importanza della materia organica del suolo – essenziale in termini di produzione alimentare, riserva di biodiversità e come regolatore di gas, acqua e sostanze nutritive – per incoraggiare l’Europa ad implementare una gestione del suolo sostenibile.
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Oggi, fra i soli Stati membri dell’Unione europea, le emissioni causate dalla perdita di sostanza organica del terreno ammontano a 173 milioni di CO2. Questi numeri, riportati da Ansa, vedono l’Ue al secondo posto al mondo per le emissioni dovute al degrado del suolo organico, dovuto principalmente all’attività antropica. A Bilbao, Kristel Vandenbroek (presidente dell’Ecn) ha dichiarato che il suolo è “una risorsa vitale e non rinnovabile per gli ecosistemi, con un potenziale significativo per ridurre le emissioni di gas serra”.
Per tale ragione, la sfida dei prossimi anni sarà individuare delle pratiche di gestione e di tutela del suolo sostenibili e a prova di crisi climatica, cercando di ribilanciare gli interessi del settore privato e ridurre al minimo le perdite di sostanza organica del suolo. Tra le priorità messe in luce da SOS Soil c’è il mantenimento delle riserve di carbonio nei terreni che ne sono ben dotati, sia prevenendo o minimizzando le lavorazioni di quei terreni destinati a prati e pascoli permanenti, sia minimizzando ulteriori perdite di carbonio da terreni coltivati.
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Inoltre, è importante reimmettere materia organica igienizzata nel terreno – proveniente dal trattamento biologico delle biomasse agricole, agroindustriali ed urbane (ad esempio i rifiuti organici) – e incoraggiare l’uso di nutrienti provenienti dal riciclo (fertilizzanti rinnovabili). In questo modo, sarà possibile arricchire di elementi nutritivi e di microrganismi il suolo, così da incentivare i cicli biologici. Ciò non solo gioverebbe al clima, ma sarebbe utile per migliorare la fertilità dei suoli e la qualità dell’acqua e dell’aria.
“Il riciclaggio organico svolge un ruolo importante nell’economia circolare. È un elemento chiave nella mitigazione del clima e nel preservare la tutela del suolo” ha commentato Antonis Mavropoulus, presidente della International solid waste association (Iswa), fra i primi firmatari dell’iniziativa.