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Prove tecniche di TTIP: a maggio l’ok per 17 OGM

La Commissione Europea prepara il terreno per il TTIP. Entro un mese saranno approvati nuovi prodotti OGM che gli Stati potrebbero non riuscire a vietare

Prove tecniche di TTIP a maggio l’ok per 17 OGM2

 

(Rinnovabili.it) – Diciassette nuovi prodotti alimentari OGM per il consumo umano saranno autorizzati dalla Commissione Europea entro la fine di maggio. Lo rivela il Guardian, con uno scoop che anticipa di una settimana l’annuncio dell’esecutivo comunitario.

Ad oggi, il Vecchio continente importa circa 58 prodotti geneticamente modificati, per la maggior parte mais, cotone, soia e barbabietola da zucchero degli Stati Uniti. Dietro il prossimo via libera ci sono proprio le multinazionali biotech d’oltreoceano, che stanno premendo con forza per accelerare i negoziati sul TTIP, l’accordo di libero scambio tra UE e USA in discussione dal 2013.

«Con le trattative sul trattato commerciale in corso, la pressione del settore è cresciuta e il governo degli Stati Uniti lavora per aprire il mercato dell’Unione Europea alle importazioni di OGM e accelerare le procedure di autorizzazione – ha dichiarato Marco Contiero, direttore agricolo di Greenpeace – L’eventuale via libera a 17 colture geneticamente modificate nei prossimi giorni è il risultato di questa azione di lobbying».

 

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Con le nuove regole sugli OGM gli Stati membri rischiano grosso

Secondo le nuove regole per l’importazione previste dal TTIP, spiega il Guardian, i prodotti GM commercializzati in futuro riceveranno automaticamente il timbro dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Gli Stati membri si troveranno a dover valutare caso per caso ogni nuovo prodotto e non riusciranno a vietarli tutti. Secondo la Commissione, infatti, l’opposizione di alcuni Stati agli OGM «di solito non si basa sulla scienza, ma su considerazioni che riflettono il contesto sociale esistente nel Paese». Per questo, se l’EFSA ha classificato un prodotto come sicuro, i governi non potranno utilizzare motivazioni di carattere ambientale o sanitario per vietarlo sul proprio territorio. L’EFSA, per inciso, non ha mai bloccato un’autorizzazione per gli OGM.

Gloria Gabellini, vice segretario del Coceral (Associazione europea che rappresenta il commercio di cereali, riso, mangimi, semi oleosi, olio d’oliva, grassi e forniture agricole) ha dichiarato che «abbiamo un mercato unico, quindi se si importa un prodotto si deve avere il diritto alla libera circolazione».

 

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Dalla società civile un coro di NO

Ieri, la Commissione Ambiente del Parlamento Europeo (ENVI) ha chiesto di escludere 5 settori chiave dai negoziati sul TTIP: i servizi sanitari, la carne agli ormoni, la normativa sulle sostanze chimiche, la clonazione e, appunto, gli OGM. Da come stanno evolvendo gli eventi, sembra che l’esecutivo comunitario non abbia alcuna intenzione di prestare orecchio alle richieste dell’Europarlamento, il quale non potrà far altro che approvare o respingere tutto il pacchetto a trattativa conclusa. La maggioranza dei deputati europei, ad oggi, è favorevole al TTIP, incluso Paolo De Castro, europarlamentare italiano che presiede la Commissione Agricoltura dell’assemblea comunitaria.

Dall’altra parte della barricata centinaia di organizzazioni di tutto il continente, che sabato prossimo aderiranno ad una giornata globale di protesta contro gli accordi di libero scambio, per chiedere il blocco dei negoziati sul TTIP.