Una squadra di governo sarebbe già a lavoro per definire le modalità di ritiro. Così il Paris Agreemnt perderebbe il secondo più grande emettitore di CO2 a livello mondiale
(Rinnovabili.it) – Gli Stati Uniti si starebbero preparando a lasciare l’Accordo sul clima. Secondo quanto confermato da diverse fonti vicine alla Casa Bianca (e riportate dal sito web Axios), il presidente Donald Trump avrebbe preso oggi la decisione definitiva di sfilarsi dal patto internazionale. A neppure un anno dalla sua entrata in vigore, il Paris Agreement starebbe dunque per perdere la partecipazione di uno dei più grandi inquinatori al mondo che, in tempi ancora da definire, si troverà seduto accanto Siria e Nicaragua, le uniche due nazioni a non aver firmato il trattato.
L’ex amministrazione Obama aveva aderito all’Accordo sul clima con un impegno precisa: ridurre le emissioni USA del 26-28 per cento rispetto ai livelli del 2005 entro il 2025. Impegno che, va ricordato, il nuovo potus aveva criticato fin dalle sue primissime battute in campagna elettorale, arrivando a definire i cambiamenti climatici “una bufala creata dalla Cina”.
Le tre opzioni USA per uscire dall’Accordo sul clima
Per ora, nessun annuncio ufficiale (se si escludono i proclami pre-elettorali), perché i dettagli su come avverrà il ritiro sarebbero in fase di elaborazione da una squadra di funzionari governativi che comprende anche il capo dell’EPA Scott Pruitt. Se dovesse arrivare la conferma ufficiale, diverse sarebbero le opzioni sul tavolo del presidente: Trump potrebbe seguire le regole Onu e avviare il processo di ritiro dal Paris Agreement che non si concluderebbe prima del novembre 2020, dal momento che secondo i termini dell’accordo stesso, nessun Paese può annunciare l’uscita prima che siano passati tre anni dall’entrata in vigore (4 novembre 2016).
I will be announcing my decision on the Paris Accord over the next few days. MAKE AMERICA GREAT AGAIN!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 31 maggio 2017
In alternativa, il presidente potrebbe dichiarare il patto sul clima, un trattato legale che richiede l’approvazione del Senato, ottenendo con una probabilità molto vicina al 100% il rigetto dell’intesa. Terza opzione, Trump potrebbe sfilarsi dall’UNFCCC, la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, tagliando così ogni cordone con la diplomazia climatica globale. Un processo che richiederebbe appena un anno di tempo.
Qualunque sia la strada scelta, la mossa non può che preoccupare, in previsione di ulteriori defezioni o di un annacquamento dei singoli impegni nazionali. Le potenze del G7, ovviamente esclusi gli USA, hanno promesso di andare avanti nonostante tutto. Anche Cina e India hanno dichiarato la propria intenzione a rimanere nell’accordo senza gli Stati Uniti, elemento che, negli anni passati era stato invece il loro principale freno a qualsiasi patto climatico internazionale.